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Settimana di FERRAGOSTO con la fiammata di POLIFEMO!
Temperature bollenti per il clou delle vacanze estive: fino a 38°!
Gran sole, cielo sereno e temperature bollenti saranno gli ingredienti della prossima settimana per chi sosterà nelle regioni centrali e meridionali. Tutta “colpa” dell’anticiclone africano POLIFEMO che da lunedì prossimo pomperà aria caldissima su queste regioni portando le temperature a sfiorare i 38° come a Napoli, Palermo, Bari e Pescara, fino a 36° a Roma. Ma il Nord invece? La nostra redazione web ci comunica che anche al Nord l’anticiclone Polifemo si farà sentire; più sole sulle pianure, a parte oggi quando ci potrà essere anche qualche pioggia e temperature che saliranno fino a 30/33° come in Emilia Romagna. I settori alpini e prealpini invece saranno sempre nel mirino dell’instabilità pomeridiana che non li risparmierà dalle piogge e locali temporali. Settimana di Ferragosto tutta al sole e al caldo quindi? (ILMETEO)
‘nnnnaaaaggia oh! Un occhio solo aveva Polifemo e dove poteva puntarlo? Su un’area che comprende anche Pescara, dove se no? 
Mumble mumble…..
Polifemo. Chi era costui? Colui che “Nessuno” accecò. Sì, perché la sua cruda notorietà la deve principalmente ad Ulisse, o meglio a Nessuno come Ulisse gli disse di chiamarsi, tanto che quando gli altri ciclopi gli domandarono chi lo avesse accecato lui rispose “nessuno”. 
Astuto Ulisse, indimenticabile. Dicevo, chi era Polifemo? Vediamo un po’.
Polifemo, nella letteratura classica, (in greco antico Polúphemos, letteralmente « che parla molto, chiacchierone » oppure « molto conosciuto ») è un ciclope citato da vari autori antichi: Omero, Teocrito, Euripide, Ovidio, Virgilio.
In Esiodo (cfr. Teogonia) i tre ciclopi Bronte, Sterope e Arge sono, come i Titani, figli di Urano e di Gea.
Creature prodigiose vengono descritti come alti conoscitori dell’arte della lavorazione del ferro. La loro attività era fabbricare i fulmini di Zeus. In Callimaco (cfr. Inno ad Artemide) i Ciclopi sono gli aiutanti di Efesto.
Sin dall’antichità, i Greci situavano il paese dei Ciclopi in Sicilia, ai piedi dell’Etna, così come del resto attesta lo stesso Tucidide: “La più antica popolazione che la tradizione riconosce come aver vissuto una parte della Sicilia sono i Ciclopi »”. In effetti lo storico non fece altro che riprendere le conoscenze diffuse dai navigatori greci sin dai tempi delle prime spedizioni coloniali nell’VIII secolo a.C., conoscenze che riflettono la loro rappresentanzione dei mari e delle terre occidentali. Di fronte alla « terra dei Ciclopi » Ulisse ed i suoi uomini sbarcano su di un’isola disabitata ma peraltro ricca di risorse: terre fertili, pascoli per il bestiame, colline per i vigneti, sorgenti di acqua limpida, porto naturale dal facile ancoraggio, senza ormeggio difficoltoso né manovre lunghe e delicate. Tutto questo sviluppo del poema dell’Odissea sembra progettato per suggerire come l’isola offra ogni possibile vantaggio per mercanti in cerca di approdi e punti vendita. Ellenisti e studiosi hanno dunque cercato di individuare quale fosse effettivamente il paese dei Ciclopi.
PS: l’immagine è un autoritratto ….scherzo eh. Però sembra talmente in posa che