Lug 10, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Opere d’Arte

Opere d’Arte

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Il Giudizio Universale è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato per decorare la parete posta dietro l’altare della Cappella Sistina nei Musei Vaticani, a Roma. La grandiosa composizione, compiuta tra il 1536 e il 1541, si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, nell’attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio (Matteo 25,31-46). Il suo gesto, autorevole e pacato al tempo stesso, sembra richiamare l’attenzione e placare l’agitazione circostante: tutte le figure sono coinvolte. Accanto al Cristo vi è la Vergine, che volge il capo in un gesto di rassegnazione: Ella non può più intervenire nella decisione, ma solo attendere l’esito del Giudizio. Anche i Santi e gli Eletti, attendono con ansia di conoscere il verdetto. Tra questi si riconoscono san Pietro con le due chiavi, san Lorenzo con la graticola, san Bartolomeo con la propria pelle, in cui pare vi sia l’autoritratto di Michelangelo, santa Caterina d’Alessandria con la ruota dentata, san Sebastiano inginocchiato con le frecce in mano. Nella fascia sottostante, gli angeli dell’Apocalisse, col suono delle lunghe trombe, risvegliano i morti; a sinistra i risorti in ascesa verso il cielo recuperano i corpi (Resurrezione della carne); a destra angeli e demoni fanno a gara per precipitare i dannati nell’inferno. E Caronte, insieme ai demoni, fa scendere i dannati dalla sua imbarcazione a colpi di remo, per condurli davanti al giudice infernale, Minosse. In questa parte, è chiaro il riferimento all’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, raffigurato qui tra le anime del cielo. L’opera suscitò tra i contemporanei elogi, ma anche violente reazioni, tanto che, nel 1564, giunse la decisione, da parte della Congregazione del Concilio di Trento, di far coprire alcune delle figure del Giudizio ritenute “oscene” per le loro nudità. L’incarico di dipingere i panneggi di copertura, le cosiddette “braghe”, fu dato a Daniele da Volterra, da allora noto come il “braghettone”. Michelangelo, mentre dipingeva, concentrò la sua attenzione sul corpo umano, sulla sua perfezione celeste e sulla sua deformazione tragica e finì, poi, col focalizzare l’attenzione maggiormente sulla figura di luce in cui è raffigurato Cristo.

(Tratto da un commento dei Musei Vaticani)

Opere d’Arteultima modifica: 2015-07-10T18:19:13+02:00da ellypettino
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