Feb 8, 2016 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Sì e No

Sì e No

8545534-concetto-si-o-no-illustrazione-arte-astratta-vector.jpgsì e no sono le paroline più umane (e forse anche animali) che ci siano, sono universali, e tra i primi concetti (forse perché più semplici, più legati all’istinto) che impariamo. Vuoi la caramella? Sì. Vuoi la verdura? No. Sono guidate direttamente dall’istinto dei desideri primari, che nei bambini è ovviamente più sviluppato, ha meno freni anche perché non si ha ancora (meraviglia) il concetto di distinzione tra bene e male. Quello che ci piace è sì quello che non ci piace è no. Semplice e diretto. Per i bambini il no è anche una specie di “parolina del potere”. Ci si sente forti a dire no, in effetti. Fai questo! NO. Mettiti a dormire NO. Il no rappresenta la ribellione. Anch’io da piccola lo usavo spesso, e ne ho avute le prove, grazie ad un nastro registrato (quando c’erano i registratori a bobine,:67zo8zo.gif: quanto tempo è passato! ), avrò avuto 3 anni forse, ed ero con mio padre che mi stava preparando per uscire. Ad un certo punto ho tolto la scarpa destra, come facevo sempre, e mio padre ha iniziato a dirmi di rimetterla, un po’ sullo scherzo e un po’ no. “Rimetti subito la scarpa” e io “no” “rimetti subito la scarpa!” “No.” Dopo una breve serie di questi botta e risposta mio padre alzò il tono di voce “Rimetti subito la scarpa ho detto!” e io con altrettanta voce “NO!” al che lui “E non urlare” e io, abbassando il tono quasi a zero, e timidamente “….no….” Insomma, sempre no era, e giusto per partito preso, per un senso di “potere”, di “ribellione” ad una richiesta del tutto legittima. Per il gusto di dire no, ecco.   Ho però constatato che con la crescita diventa sempre più frequente il no, rispetto al sì. Forse perché, dai e dai, vedendo che quello a cui dicevi sì ti veniva proibito o rinviato o che, si trova sempre più gusto a dire no, chissà, probabilmente è per questo. Che poi in effetti, se ci si pensa, quando un adulto ha a che fare con un bambino, sono più le volte che gli dice “no” che “sì”. Vuoi perché il bimbo fa richieste assurde ed irrealizzabili, o perché sono cose che possono essere pericolose, o semplicemente perché è il momento sbagliato (tipo le 4 di mattina:67zo8zo.gif: ). Fatto sta che il no vince sempre sul sì. Io credo dipenda anche da un altro motivo, e cioè che noi siamo padroni solo su ciò che NON vogliamo, e per esperienza capiamo di non volere. Se siamo in una posizione scomoda la cambiamo, e in quel momento impariamo che mai ci rimetteremo in quel modo e mai affronteremo situazioni che ci mettano in quella posizione. Insomma, quando dobbiamo decidere o scegliere negli eventi della vita, l’unica cosa certa che abbiamo in mano nostra è cosa non vogliamo, quindi cosa evitare. Sia il sì che il no sono diretti, ma il sì comporta una certezza assoluta che spesso fa paura, mentre il no para e ripara da delusioni o illusioni e lascia un discreto margine di eventuale cambiamento in positività. Ecco allora che ci ritroviamo più spesso a dire no che a dire sì. Però  è un po’ un peccato, è così bello dire sì. D’altro canto, probabilmente non sarebbe nemmeno tanto bello dire sì se non fosse raro poterlo dire. Il no vale la frequenza con cui viene pronunciato, il sì, per quanto meno frequente, vale per la positività assoluta che esprime. Personalmente amo molto più il sì del no, ma riconosco che il suo valore dipende paradossalmente proprio dalla maggiore frequenza in cui nella vita, per motivi o altri, siamo portati a dire no.

Sì e Noultima modifica: 2016-02-08T00:05:00+01:00da ellypettino
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