Feb 5, 2016 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il sonno dell'”in”giusto

Il sonno dell'”in”giusto

coscienza.jpgcos’è la coscienza. Semplice, è il grillo parlante. Quella vocina che parla dall’interno quando si fa o si dice qualcosa che in realtà copre e nasconde la verità. Fatto. Questa è il concetto di coscienza come l’ho imparato da bambina, più o meno strettamente collegata con le bugie. Invece no, “da grande” ho scoperto che la coscienza non è così semplice, ha le sue sfaccettature, derivanti dalle motivazioni soggettive di ogni persona. Wikipedia dice:

Anticamente con coscienza si intendeva qualcosa di diverso da ciò che si ritiene oggi nell’ambito psicologico e filosofico. Non tutti gli antichi dividevano l’uomo in mente e corpo. Anzi era molto diffusa l’idea (oggi tornata alla ribalta) che l’uomo avesse tre funzioni relativamente indipendenti chiamate “centro intellettivo”, “centro motore-istintivo” e “centro emozionale”, collocate rispettivamente: in una parte dell’encefalo, nella parte terminale della colonna vertebrale (dove un tempo nell’uomo compariva la coda) e nella zona del plesso solare, in quelli che sono oggi chiamati “gangli del simpatico e del parasimpatico“. Ebbene “coscienza” indicava quello stato interiore di sintonia tra i tre centri (sapere insieme) che, se raggiunto, permetteva all’uomo di elevare la propria ragione.

La psicologia tradizionale indica con coscienza una funzione generale propria della capacità umana di assimilare la conoscenza. All’inizio vi è consapevolezza, cioè constatazione attiva della nuova conoscenza, quando a questa segue la permeazione definitiva del nuovo come parte integrante del vecchio, si può parlare di coscienza.

Questa funzione, applicata al susseguirsi di fenomeni di conoscenza (non solo sensoriali) genera il fenomeno della coscienza. Come fenomeno dinamico che si protrae nel tempo può essere identificata come un vero e proprio processo.

Fermo restando che probabilmente avevano ragione gli antichi, oggi si ritiene dunque la coscienza in stretta relazione con la conoscenza, e la conoscenza delle cose può in effetti essere soggettiva, cioè ognuno le percepisce a modo suo. Ma questo si distacca molto dal grillo parlante, la vocina che non ti permette di dormire e agisce dall’interno, e in proposito mi viene sempre in mente il film “l’uomo senza sonno”, che per un anno non dorme, arrivando a consumarsi fuori e dentro (è come vedere agire la coscienza all’esterno), per quello che aveva fatto e che la sua mente aveva rimosso. Per quanto possa rimuovere, è la coscienza a lavorare al posto suo. E solo dopo aver ricordato, e confessato il suo grave reato, riesce ad addormentarsi. C’è invece chi riesce a far tacere il grillo parlante, E dai e dai, lo mette da parte, finché non arriva a raccontarsi una storia tutta sua, con motivazioni tutte sue, mettendo a tacere definitivamente la propria coscienza, che non gli racconterà cose diverse, lei no, lui lo farà a lei, convincendola con la sua versione dei fatti. E la coscienza ad un certo punto semplicemente smetterà di parlare. Magari scuoterà la testa in segno di disapprovazione, ma senza blaterare più. E senza disturbare il sonno dell’ingiusto.

Il sonno dell'”in”giustoultima modifica: 2016-02-05T00:05:32+01:00da ellypettino
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