Feb 6, 2016 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Sincerità vs falsità

Sincerità vs falsità

ZeBqhm2WLptgktvpEls1NOQTo1_500.jpgaltro bell’argomento. La sincerità. E ovviamente la sua controparte. Ho imparato che tutti mentono, per un motivo o per l’altro. Ma tra il bugiardo vero e cronico e quello occasionale c’è una grande differenza. Può capitare, e anche senza accorgercene. Quante volte abbiamo detto, ad esempio, che stiamo bene quando non è, solo per non far preoccupare chi abbiamo accanto? E quello è mentire, ma non ha in sé niente di cattivo o di malizioso. La sincerità non è qualcosa di congenito né di caratteriale (come non lo è la menzogna), è qualcosa che si sviluppa per contrastare la falsità che si vede intorno, insieme al mentire che è qualcosa che si impara, inizia a svilupparsi quando si esce di casa, si va a scuola a contatto con il mondo esterno, quando si capisce che i nostri genitori, o i nostri cari possono restare delusi da noi. O ci restano male se dici loro la verità. Io lo vedo con i miei nipoti, soprattutto Luciano, fin dai primi anni (ora ne ha 13) spudoratamente bugiardo, ma già quando mi racconta partite di basket (lui gioca sul serio) in cui praticamente ha volato sugli avversari con piroette da supereroe. Che dovrei fare, distruggergli la fantasia? Lo acchiappo e lo strapazzo di baci 😀 Quando invece mente su cose serie, allora cerco di fargli capire che, facendo così, il primo a cui nuoce è se stesso. I bambini sono portati a dire la verità anche brutalmente. Ma se dire la verità ferisce o delude il genitore, il bambino inizia a mentire. E il tutto dipende poi da come vive, per carattere, le reazioni di chi lo circonda. Se viene umiliato o mortificato o addirittura punito per aver mentito, c’è il rischio che diventi un bugiardo cronico, arrivando a negare l’evidenza. Ancora di più quando, man mano che cresce, si accorge che anche i genitori mentono (tipo sorridono a qualcuno di cui poi parlano male, tanto per fare un esempio). A quel punto non capisce più il motivo dei rimproveri ricevuti. Il bambino non sa cosa sia la menzogna, non la capisce, non capisce perché non può dire quello che vede o sente, perché non capisce cosa ci sia di male in questo, non afferra la malizia che c’è dietro a sguardi e parole, la impara man mano, come si impara il linguaggio, comunque quando inizia a mentire non lo fa con cattiveria o fini negativi, lo fa per non deludere, per non ferire la madre o il padre. Fondamentalmente nei primi anni la bugia coincide con i voli della fantasia, che di sicuro negativi non sono. Se però si cresce con l’incubo della bugia, da adulti diventa un casino, e non si conosce sincerità, non si è capaci proprio di essere sinceri, perché ormai è radicata la convinzione che le cose non vanno mai dette come sono, altrimenti rischi di perdere il posto, o di essere fuori dal gruppo, o addirittura di non essere amato. E la bugia diventa un rifugio sicuro. Personalmente non sono brava a mentire, non lo sono mai stata, mi si legge in faccia, e odio doverlo fare. Non ricordo da piccola come vivevo la cosa, ho brutti ricordi in merito risalenti al periodo di 2°, 3° e 4° elementare, in una scuola cattolica, in cui le peggio erano le suore, e che, oggi so dirlo con certezza, era il trionfo della falsità (se non eri figlio di benestanti non eri nessuno, alla faccia delle suore), un’esperienza che mi ha segnato il carattere, tanto che mi ero chiusa in una specie di ribellione mia personale. I 3 anni peggiori della mia vita. L’unico ricordo positivo che ho è che avevo stretto amicizia con una compagna simpaticissima, che si dà il caso fosse considerata la più “povera” della classe,  maltrattata non poco da tutti, insegnanti e compagni, per avere la “colpa” di essere figlia di un barbiere. Per dire, bella scuola cattolica, una scuola che insegnava la falsità, praticamente. Forme di crudeltà sociale e umana mai immaginate. Per il resto da che ricordo, per me è sempre stato bello dire quello che vedo e sento, è liberatorio, ovviamente non con brutalità, che è tutt’altra cosa, è mancanza di sensibilità, non sincerità. Crescendo però ho conosciuto anche chi la verità non la vuole, addirittura accusandoti di volerti solo “liberare la coscienza” dicendola, o di essere egoista e pensare soltanto a te, perché, questo è vero, la verità fa del male a volte. E allora che si fa? Si mente? In questi casi al limite, al mentire preferisco non dire, e magari poi parlare al momento che ritengo giusto, e rifuggo tutte le situazioni che mi mettono nella posizione di dover mentire, anche con frasi di circostanza. Ecco, la falsità io la identifico, per esperienza, con le convenzioni, i cosiddetti convenevoli, i formalismi, che sembrano tanto importanti oggi, e a me invece danno solo l’idea di finzione. No, purtroppo io manco totalmente di diplomazia, quindi ne sto lontana più possibile. Ma tutto quello che è bello amo dirlo, così come mi viene. Il che, in questo mondo convenzionale, mi ha spesso portato problemi. Ma io detesto il “questo non si fa, non sta bene dire, non sta bene fare”, per me è quella la falsità. Mi è capitato di mentire da adulta, ed è stato talmente angosciante. Tanto per far capire, la sensazione orribile di essere in gabbia, incatenata, in una situazione di attesa, senza vestiti addosso in un luogo freddo e umido e buio. Pensate un po’! E solo quando veniva fuori la verità, che veniva fuori sempre, appunto perché non so mentire, mi sentivo libera e al sicuro. Mentire non fa per me, decisamente. Non mi protegge, anzi, mi espone. Allora tanto vale espormi io direttamente, senza maschere, volontariamente e consapevolmente, sia quel che sia. La sincerità è fondamentale per vivere liberamente, anche se, di contro, spesso porta a vivere male. E’ importante cercare e trovare sempre la verità, perché solo così sei agganciata alla vita.  La finzione è freddo gelido e buio, non trasmette niente all’esterno. La verità è luce e calore, è consapevolezza di quello che sei e che vivi e ti dà totale libertà di scelta.

Sincerità vs falsitàultima modifica: 2016-02-06T00:05:00+01:00da ellypettino
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