Feb 2, 2016 - Senza categoria    2 Comments

Non c’è un sugo uguale ad un altro

sugo-al-pomodoro-bimby1.jpgE’ una cosa che mi ha sempre lasciata perplessa. Qualsiasi altro piatto di gastronomia, ma proprio qualsiasi, primo secondo dolce, ha più o meno lo stesso sapore, chiunque lo cucini, e a prescindere dai diversi odori e spezie che ci mette. Il sugo no. Parlo di quello di pomodoro, ovviamente. In vita mia, tra tutti i sughi che ho assaggiato, non ho mai riscontrato lo stesso sapore, anche quando gli ingredienti erano gli stessi, di base: pomodoro, olio, cipolla, senza voler contare nemmeno il basilico. Nonostante gli ingredienti fossero gli stessi, due sughi uguali non li ho mai trovati. E’ come se nel sugo ci mettessimo ognuno una parte di sé. Come per i tratti somatici, come diceva mio padre: abbiamo tutti due occhi, un naso, una bocca eppure siamo tutti diversi. Per il sugo vale lo stesso discorso. E’ una sorta di impronta digitale 😀 Divagazione esagerata a parte, è vero anche che il sugo ognuno lo cucina a modo suo. Ognuno ama aggiungerci sapori propri, che magari segue fin dall’infanzia, con il pomodoro spezzettato e non passato. Il sugo è una preparazione molto personalizzata, forse la più personalizzata che c’è. Ma questo non toglie che i risultati saranno totalmente diversi anche se si mettono due persone a cucinare un sugo fatto con gli stessi identici ingredienti, e lo stesso tempo di cottura. Quello che faceva mia nonna, per dire, lo ricordiamo ancora oggi, è unico, è il sugo della nonna. Per quanto provassimo ad imitarlo, tutti noi di famiglia almeno una volta lo abbiamo fatto, seguendo le sue azioni passo passo, utilizzando la stessa conserva, magari, o gli stessi pomodori, fino alla secolare durata di cottura (lo metteva su alle 7 la mattina e lo lasciava cuocere fino alle 13:00….praticamente finché non risaliva l’olio. Indimenticabile), niente, nessuno è mai riuscito neanche ad avvicinarsi ad eguagliare quel sapore,  per cui quello è rimasto e rimarrà per sempre “il sugo della nonna”.  Ne ho provati vari, di sughi. C’era quello più dolciastro, quello più aspro, quello più corposo, quello più vellutato. Ma al di là delle differenze “fisiche”, che dipendono dai pomodori, dal tipo di olio, o dai tempi di cottura, quando non da altri odori che alcuni amano aggiungere, restando sul sugo classico e di base, il sapore era sempre diverso. Tanto che quasi posso dire di associare la persona al suo sugo, che il sugo è un nostro connotato, come gli occhi il naso e la bocca. Sembra una stupidaggine, un concetto buttato lì, tanto per giocare, e invece il discorso è serio, e con un significato importante, anche. Perché in base a questa particolare e straordinaria, e forse strampalata, riflessione, si può affermare che pur essendo tutti uguali, ognuno è unico nel suo genere. E per i più scettici che lo mettono in dubbio, c’è il sugo a dimostrarlo. Fateci caso.

Non c’è un sugo uguale ad un altroultima modifica: 2016-02-02T00:05:00+01:00da ellypettino
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2 Commenti

  • vero, ognuno ha le proprie caratteristiche… va accettata questa cosa, anzi, direi che andrbbe anche stimolata la diversità, anziche voler appiattire tutti allo stesso modo….

    Parlando del sugo confermo, non solo il mio sugo è diverso da quello di mamma o di nonna, ma cambia leggermente ogni volta che lo faccio, pur assomigliandosi sempre molto.
    Il discorso però lo allargherei a qualsiasi cibo, non solo al sugo… a me non viene mai uguale nemmeno la pasta e fagioli o la pasta coi broccoli…. per avere sughi vari sempre uguali una soluzione ci sarebbe (orrore orrore)….. comperare i sughi pronti… chissà che schifezze ci mettono dentro per fargli prendere sempre gli stessi identici sapori. Buona giornata 🙂

    • Ciao LunaRossa 🙂 Ah sì, ben venga la diversità. E dico anch’io abbasso i sughi pronti, che uniformano i gusti rendendoli insipido. Pensa che le mie due nonne cucinavano due sughi opposti (e mi mancano entrambi, devo dire): la nonna paterna, che ho citato nell’articolo, metteva su un’impresa praticamente, iniziando alle 7 di mattina e a fasi lasciando che gli ingredienti amalgamassero per un po’ prima di aggiungere gli altri; l’altra, più attiva, anche fuori casa, da sempre, metteva tutto a crudo, giusto un breve soffritto di cipolla e poi giù pomodoro, olio, e odori, tutto insieme, e lasciando cuocere il tutto per mezzora sì e no. Probabilmente in cucina le differenze tra una persona e l’altra vengono fuori meglio, perché lì ognuno, che cucini per se stesso o per altri, familiari, persone care e non, tira davvero fuori se stesso, la curiosità di sperimentare nuovi sapori, il “rito” dell’assaggio, la pazienza dei tempi di cottura (che, per dire, a me manca del tutto :D), il piacere di prendersi cura di sé e degli altri, e quel pizzico (o pizzicone, a seconda delle persone) di passione che caratterizza ogni sugo/piatto rispetto ad un altro.
      Betta