Mar 28, 2014 - Senza categoria    1 Comment

Le parole

ci sono parole bellissime, e altre orribili. Entrambe ad ogni modo hanno il pregio di rendere perfettamente l’idea dell’oggetto o del concetto che si vuole esprimere, suscitando all’istante la relativa sensazione che vogliono trasmettere. Lasciamo perdere termini quali “paradisiaco”, o “infernale”, che sono strettamente collegati con luoghi sovrannaturali a noi noti in quanto descritti ed inculcati fin da piccoli, e piuttosto pensiamo ad esempio a  parole tipo “succulento”. E’ fantastica . Ti fa subito venire l’acquolina in bocca e annessa voglia di mangiare quella cosa lì. Oppure “cruento”, efficace per presentarti all’istante un’immagine spaventosa ed una annessa brutta sensazione. O ancora “sublime”, una parola che quando la pronunci ti fa quasi alzare gli occhi al cielo in estasi. O “terrore”, che mette i brividi anche solo nel pronunciarla. Che poi, ora che ci penso, forse questo sistema non vale per tutte le lingue, visto che in inglese il termine “terrific” vuol dire addirittura “esagerato, eccezionale”. Il che sovverte di netto la teoria che ho appena sviluppato. Comunque è interessante, no? il meccanismo delle parole. Bisogna ora vedere se sono nate prima loro o se loro sono nate dalle sensazioni provate. Cioè, più precisamente,  se sono davvero loro a suscitare le dirette sensazioni o se le sensazioni arrivano proprio in quanto conosciamo il significato delle parole associate. Il classico quesito mai risolto del “sarà nato prima l’uovo o la gallina”.

Le paroleultima modifica: 2014-03-28T11:59:10+01:00da ellypettino
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1 Commento

  • Sono una grafica pubblicitaria e quando studiavo il font, cioè il carattere, lo stile non so definirlo bene ,con cui volevo scrivere qualcosa il mio insegnante ci dava un compito da fare. In pratica ci dava un elenco di parole e ci diceva di trovare un carattere che riusciva ad esprimere perfettamente quello che voleva intendere la parola. Un esempio banale. Una parola come CASA, bisognerebbe utilizzare un carattere confortevole, non aggressivo che dia il senso di un luogo in cui ci si sente al sicuro. Questa scoperta mi ha fatto pensare che anche il modo in cui scriviamo qualcosa lascia dei messaggi, un po’ come la nostra calligrafia su un foglio. il modo in cui scriviamo,può dire parecchie cose su di noi, la nostra personalità e l’argomento in questione. non a caso esistono delle persone che studiano appunto la calligrafia. Se potessi utilizzare altri font oltre a questo credo di riuscire a spiegarlo meglio, purtroppo è standard quando si commenta un blog! Spero che tu passi a trovarmi sul mio blog !
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