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Le 20 regioni italiane: il Veneto

7 province: Belluno, Padova,  Rovigo, Treviso, Vicenza, Venezia, Verona.

STORIA 

Verso il 1000 a.C. si segnalò la civiltà paleoveneta nel territorio di Este che sviluppò una vera e propria cultura ed intrattenne rapporti con etnie molto distanti, come i greci, gli etruschi, i popoli transalpini e i celti. 
I Veneti raggiunsero in breve una forte identità etnica, culturale, politica e a difesa di questa nel III secolo a.C.
Lasi allearono con Roma per fronteggiare le minacciose pressioni barbariche. Il Veneto venne poi completamente assorbito dall’Impero Romano nel I secolo a.C., ma mantenne intatti i propri connotati distintivi, per i quali Roma mostrò sempre grande rispetto.Nei primi secoli d.C. le invasioni germaniche assestarono un duro colpo al Veneto e ai romani e in seguito all’urto rovinoso dei Longobardi, nei secoli VI e VII, vi fu l’esodo degli abitanti verso la zona lagunare. Il primo nucleo della città di Venezia è databile intorno ai secoli IX e X. Intanto nella terraferma gli assalti degli ungari costrinsero la popolazione ad ergere nuove fortificazioni di difesa.
Nel mentre Venezia si sottrasse all’egida di Bisanzio, che l’aveva fatta sua provincia, instaurando un governo oligarchico retto da un Doge ed espanse il suo potere in tutto il Mediterraneo col controllo delle rotte e dei porti del bacino orientale. Le importanti conquiste commerciali veneziane accesero l’ostilità con Genova e nel XIII secolo iniziò la lotta con questa città per l’egemonia sui mari, che Venezia in seguito ottenne.
Ma l’autorità di Venezia si spinse anche nell’entroterra e al principio del XV secolo si presentò come la più grande potenza della penisola e riuscì ad unificare sotto di sé il Veneto. Tale egemonia lasciò impresso uno stile comune nella cultura, nella lingua e nell’architettura degli edifici delle città e del contado. Nel 1797 la Repubblica Veneziana venne conquistata da Napoleone e passò all’Austria col trattato di Campoformio fino al 1866, anno in cui Venezia fu annessa al Regno d’Italia.

IN VENETO SI MANGIA COSI’ – SPECIALITA’ GASTRONOMICHE

* Belluno: gli ossocolli “de casada” (salumi artigianali), gli gnocchi alla cadorina, i casunizei (ravioli);
* Padova: “risi e bisi” veneziano cui viene aggiunta l’ “oca in onto”, il risotto con i “rovinassi” ( rigaglie di pollo) e il cappone in brodo o arrosto. i dolci la “smegiazza”, una torta fatta con polenta sminuzzata, pane biscotto, latte, melassa, uova e pinoli.
* Rovigo: il “risotto polesano” cucinato con anguilla, cefalo e branzino, la faraona “in tecia”, cotta in un tegame di coccio con olio, burro, cipolla, pepe e e insaporita con chiodi di garofano e la folaga in umido con fagioli.
*Treviso: delicato e ricercatissimo radicchio. Altra specialità è il risotto al tajo, insaporito con gamberi e anguilla. La luganega (salsiccia) che viene insaccata e legata in modo da essere divisa in quattro spicchi.
*Venezia: risotto con la “luganega”, con la zucca, alla pescatora, con i “peoci”, con le seppie, con i “gò”, nome dialettale del ghiozzo, diffusissimo pesce di laguna. Molto noti sono anche: il fegato, il “figà” dei veneziani, la “granseola alla veneziana” bollita e condita con olio, sale, prezzemolo e aglio. In primavera e autunno si possono gustare le straordinarie “moleche” (piccoli e teneri granchi fritti in pastella).
* Verona: la “sopa coada” che al brodo di piccione aggiunge tacchinella, pollo, vino bianco e altri ingredienti; gnocchi di patate con burro e parmigiano, con sugo di pomodoro o con “pastizada de caval”, uno spezzatino di carne di cavallo lungamente cotto con un ricco intingolo, molto aromatico. E il tradizionale pandoro, dolce natalizio, qui è sempre in produzione.
* Vicenza: i risotti con la zucca, gli asparagi, il luppolo, le trippe, le salsicce, i fegatini, le quaglie e altri. Il piatto più emblematico è il baccalà alla vicentina accompagnato da polenta fresca o abbrustolita. Nelle pasticcerie è raccomandabile l’acquisto della focaccia vicentina e degli ottimi amaretti.

DETTI IN DIALETTO

In mancanza de cavai anca i aseni trota
In mancanza di cavalli trottano anche gli asini
Ancuo val più i schei de la virtù
Oggi valgono più i soldi che la virtù
Fate un nome e po’ despoia ciese
Fatti un nome e poi spoglia pure le chiese
A dir la verità basta un coion, ma a dir busie ghe vol un bricon
A dire la verità basta un coglione, ma a dire le bugie ci vuole un briccone
A pensar mal, no se fala mai
A pensare male, non si sbaglia mai

No farte mai capir che ti sa tuto
Non far capire mai che sai tutto

(succublog splinder, 20/12/2010)

Le 20 regioni italiane: il Venetoultima modifica: 2011-12-27T14:05:47+01:00da ellypettino
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