Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Le 20 regioni italiane: l’Abruzzo

Le 20 regioni italiane: l’Abruzzo

eeee qui sono di casa  dove sono nata e vivo, e, devo riconoscerlo, dopo il terremoto de L’Aquila, mi sento ancora più legata a questa terra. Posso consigliare di venirla a visitare, dalle cittadine della costa, tra cui Pescara (la mia) o Vasto e il suo golfo, molto suggestiva (e questo è per Annalisa che sicuramente si gongola ), all’interno, tra i due massicci montuosi di Gran Sasso e Maiella (la piana del Fucino e il Telespazio, o le Gole del Sagittario che da attraversare in auto sono mozzafiato e anche un tantino inquietanti). Ce ne sono di posti da vedere. Insomma, ve la consiglio – e non sono di parte.

4 province: Teramo, Pescara, L’Aquila, Chieti

STORIA

L’Abruzzo era già abitato in età Paleolitica, abitata da popolazioni di stirpe mediterranea, che continuò ad affluire anche nel Neolitico e lungo tutto il primo millennio avanti Cristo.
Nella Valle della Vibrata esistono molte testimonianze di questa popolazione, con villaggi a capanni circolari. In seguito, la Regione fu abitata da popolazioni di ceppo indoeuropeo quali i Sabini, i Marsi, i Peligni e i Frentani. La vittoriosa politica di espansione perseguita da Roma portò, nel corso dei secc. IV e III a. C., all’ assoggettamento delle popolazioni indigene ed alla loro associazione al dominio romano, salvo la breve parentesi di indipendenza durata dal 91 all’88 a. C., in conseguenza della guerra sociale. Augusto attuò una divisione della penisola italica e l’Abruzzo andò a formare la Provincia Valeria, uno dei primi territori aperti all’influsso del cristianesimo, con molti monasteri fondati proprio in quel periodo.L’invasione longobarda non risparmiò l’Abruzzo dalle devastazioni, e nel 572 il suo territorio venne incorporato nel ducato di Spoleto con il nome di provincia dei Marsi o Marsia.
in seguito fu suddiviso in diversi contadi tra i quali la Sabina, che venne annessa al dominio del Papa intorno al 939. Verso la metà del sec. XII, i Normanni occuparono tutto il territorio abruzzese, annullando qualsiasi autonomia locale. Fu successivamente conquistato dall’imperatore Enrico VI e seguì quindi le sorti del regno di Napoli nelle lotte tra gli Svevi e la Chiesa. ei secoli che seguirono, Durazzeschi, Angioini e Aragonesi si disputarono il possesso della regione che lasciarono in preda a lotte intestine e al banditismo. Terremoti devastatori colpirono l’Abruzzo nei primi anni del sec. XVIII, durante la guerra tra Spagnoli ed Austriaci. Nel 1738 passò ai Borbone di Napoli, sotto il cui dominio rimase fino all’annessione al regno d’Italia avvenuta nel 1860.

IN ABRUZZO SI MANGIA COSI’ – SPECIALITA’ GASTRONOMICHE

*maccheroni alla chitarra, un La Chitarraimpasto di uova e farina di grano duro tirato in sfoglie e tagliate con la “chitarra
* maccheroni alla molinara e i cannelloni all’abruzzese, 
* i sughi salsa all’abruzzese , sugo di castrato , ragù di salsiccia 
*  sagne e fagioli “, zuppa di fagioli con tagliolini rustici d’acqua e farina, condita con sugo brodoso di pomodoro fresco, aglio, olio e l’onnipresente peperoncino piccante.
* 
gnocchi carrati” aquilani, conditi a pancetta, uova e pecorino
* le “scrippelle“, “crespelle” rusticane di atavismo francese, servite “m’busse” (bagnate, cioè in brodo)
* le virtù , antica ricetta di verdure che l’usanza vuole si consumi agli inizi di maggio (allo scopo di “svuotare le madie”, cioè utilizzare tutti gli avanzi dell’invernata).
* 
ravioli ripieni di ricotta con zucchero e cannella
* 
la “pastuccia“, stufato di polenta con salsicce, uova e pecorino grattugiato.
* 
 arrosticini 
* Agnello cacio e ovo , una saporita rustica fricassea
* Il pesce variegato dell’Adriatico ha trovato il suo esito canonico nei tre “brodetti” base, tre varianti con epicentri Giulianova, Pescara e Vasto 
* pizza di Pasqua  teramana, i fiadoni chietini, entrambi rustici ai formaggi
* I confetti di Sulmona, i torroni Nurzia
* 
Parrozzo (o Pane Rozzo), battezzato da D’Annunzio
 ferratelle o neole
* la cicerchiata , palline di pasta fritte legate a ciambella con miele cotto, il croccante 
* i mostaccioli, sostanziosi biscotti addolciti con il mosto cotto; e poi i pepatelli teramani
* le aeree sise delle monache, tricorni di pan di spagna alla crema; e da Lanciano i bocconotti con la farcia di mandorle e cioccolato.

DETTI IN DIALETTO

Il dialetto abruzzese ha naturalmente affinità con quelli delle regioni più meridionali e con quelle confinanti. Nonostante lo stretto legame con il Molise, “le tradizioni linguistiche dell’Abruzzo e del Molise sono di origine ben diversa, poiché mentre la prima è di origine sabellica, la seconda proviene dal sannitico.
La lingua sabella fu la prima a fondersi con il latino dei conquistatori romani, mentre il sannitico resistette più a lungo. La lingua dell’Abruzzo è inoltre meno unitaria di quella del Molise, poiché in diverse zone ha risentito di influenze marse, peligne, merrucine, oltre che sabelle”.

Vocca vasciata nen perde ventura, ma s’arrinova come fa la luna
Bocca baciata non perde ventura, ma si rinnova come la luna
C’ sput’ ‘n ciel’ jà ‘rcasch ‘n mocch’
Chi sputa in cielo gli ricade in bocca
L’amore n’ vvò le bbellezze; l’appetite n’ vvò la salze
L’amore non vuole bellezze; l’appetito non vuole salse

Ogne ccas’ tèn’ nu peng’ rett’
Ogni casa ha una tegola rotta

Mitte lu cappèll’a ‘nu crapóne, la fémmene ce se ‘nnammóre
Metti il cappello a un caprone, la donna se ne innamora

A ddonna prena, niente si nèha
A donna incinta, niente si nega

Ed ecco tre foto di Vasto, fornite dalla “uastarola” Annalisa che voleva inserirle in un commento senza riuscirci. In effetti è un bel po’ complicato. Allora gliele ho inserite qui al meglio. Così lei si gongola di orgoglio per la sua bella e amata Vasto 


(succublog splinder, 24/11/2010)

Le 20 regioni italiane: l’Abruzzoultima modifica: 2011-12-27T13:46:31+01:00da ellypettino
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