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Le 20 regioni italiane: le Marche

il polpaccio dello stivale.

4 province: Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno

STORIA

Nell’antichità la regione era occupata dai Galli a nord e dai Piceni. A partire dal III sec. a.C. cominciò la sua romanizzazione. Suddivisa dapprima in due regioni, la V (Piceno) e la VI (Umbria), venne riunita nel 292 d.C., ma più tardi ebbe altre spartizioni amministrative.
Mentre i Longobardi si stanziano nella parte a sud di Ancona, l’esarcato di Ravenna controlla quella a nord (Pentapoli marittima), che più tardi i Franchi passano in donazione al Papa (752). Nel X sec. appare il nome di Marca a indicare zone d’influenza imperiale: prima la marca di Camerino, poi quella di Fermo, ingrandita dall’aggiunta del territorio di Ancona. Malgrado la potenza del feudalesimo laico ed ecclesiastico (vescovi e abbazie), molte città si costituiscono in libero Comune.
A partire dal sec. XIII affermano e via via consolidano il loro potere varie famiglie signorili, come i Montefeltro (a Urbino, Cagli, Fossombrone), i Da Varano (a Camerino) e infine i Malatesta (da Pesaro a Osimo). Ma il Papato, sulla base degli antichi diritti, cerca di imporre su tutto il territorio la sua autorità, ora lottando ora accordandosi con i comuni, i feudatari e i signorotti; già nel XIV sec., grazie all’energica azione del cardinale Albornoz, controlla direttamente o indirettamente molte città e castelli; poi, dopo gli effimeri domini di Francesco Sforza (1433-44) e del Valentino (inizi del ‘500), completa l’assoggettamento della regione occupando il comune di Ancona (1532), quindi il ducato di Urbino (1631), dove i Della Rovere, successi ai Montefeltro, si erano estinti. Allo Stato pontificio le Marche rimangono, tranne la breve parentesi del periodo napoleonico, fino all’annessione al Regno d’Italia, nel 1860.

NELLE MARCHE SI MANGIA COSI’ – SPECIALITA’ GASTRONOMICHE

* brodetto, di cui esistono diverse versioni. Le più diffuse sono quella anconetana – a base di tredici qualità di pesce diverso – e quella di Porto Recanati, in cui il pesce viene cotto in uno speciale sugo a base di zafferano.
* 
frittelle di pesce persico
* 
antipasti a base di tartufi bianchi o neri
* 
gli spaghetti mari e monti, a base di calamari e funghi,
* 
la rana pescatrice e porchetta, a base di rana e fagioli.
* 
lasagne all´ascolana, condite con il tartufo bianco,
*i 
cappelletti in brodo di cappone,
*le 
tagliatelle con i calamari
* le molecche (code di scampi dal guscio tenero),
* la 
minestra di ceci e maiale
*le classiche tagliatelle al tartufo, rigorosamente bianco. 

* le sarde di Ancona, impanate e cotte al forno,
* il 
baccalà in bianco, con salsa verde a base di prezzemolo e lo stoccafisso, preparato in umido con patate o in `potacchio´, ossia brasato con pomodoro, acciughe, aglio, rosmarino, prezzemolo e peperoncino.

* la polenta costarella e salsicce
* 
la minestra di ceci e maiale,
*le 
uova fritte nel burro e cosparse di filetti di tartufo 
* 
l’insalata di funghi e tartufi.

* Dolci: le castagnole, palline di pasta dolce fritte in olio e strutto e spolverizzate di zucchero a velo,
* le 
beccute, pagnottine di pane dolce a base di farina e decorate con pinoli ed uva sultanina,
* i 
caciuni, ravioloni di pasta di pane riempiti con pecorino, uova, zucchero, e scorze di limone ,
* le 
ciambelle al mosto, fatte con farina, semi d’anice, olio, zucchero e mosto d’uva appena spremuto, 
* la 
cicerchiata, dolce tipico del carnevale, pressoché simile ai più celebri struffoli napoletani.
* pizza la formaggio

DETTI IN DIALETTO

Quant l’ost è tla porta, è segn ch’el vin è trist
Quando l’oste sta sulla porta è segno che il suo vino è cattivo
Chi en s’ cuntenta kl’onest, perd el manich e el canestr
Chi non si contenta dell’onesto perde il manico e il canestro
L’oro di Vologna se fa niro pe la vergogna
L’oro di Bologna si annerisce per la vergogna

Quel ch’ s’ fa d’ nott, s’arsà de giorn
Quello che si è fatto di notte si risà di giorno
Ll’oû pindu de Pasqua, le parole quanno casca
L’uovo dipinto va bene a Pasqua, le parole quando ci vogliono
Pô tené lo gra che spica? Cuscì la jende che non dica
Puoi impedire al grano di spigare? Così alla gente di parlare


(succublog splinder, 26/11/2010)
Le 20 regioni italiane: le Marcheultima modifica: 2011-12-27T13:48:44+01:00da ellypettino
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