Nov 16, 2013 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Oh, finalmente leggo

Oh, finalmente leggo

invidia.jpeguna definizione di invidia e gelosia che condivido del tutto. Si tratta di un articolo del sociologo e giornalista Alberoni, il cui pensiero non posso dire di conoscere bene, anche se ho letto, anni ed anni fa, il suo noto libro “Innamoramento e amore”, che ricevetti in regalo ad un compleanno. (Questo, per inciso, dimostra che l’argomento “amore” è evidentemente sempre stato fondamentale per me. :00049.gif:) Dunque dicevo, giorni fa sul Giornale ho letto questo articolo nel quale l’autore sottolinea  – finalmente e giustamente – la  distinzione tra i due sentimenti, l’invidia e la gelosia, i quali, dice Alberoni, vengono troppo spesso confusi tra di loro, quando in realtà sono totalmente diversi, sia come radici sia come effetti. Mentre la gelosia, è un sentimento personale, rivolto ad una sola persona, cioè (questo lo dico io) tutt’uno con i sentimenti di amore, l’invidia è riferita a tanti, si basa su quello che qualcun altro, chiunque sia, ha e che si vorrebbe avere al posto suo. La gelosia, dice ancora l’autore, provoca una sofferenza personale, legata ai sentimenti “positivi” verso una data persona, una sofferenza che può distruggere, sicuramente, ma è comunque circoscritta e rivolta ad una persona specifica, perché l’ama. L’invidia provoca ugualmente sofferenza ma in senso “generale”, cioè l’invidioso è invidioso di tutti, senza distinzione, quello che in quel momento è in auge e oscura la sua figura, quell’altro perché ha la macchina stupenda, quell’altro ancora perché ha i soldi, e così via, è un sentimento non circoscritto e pertanto può essere distruttivo a largo raggio. L’invidioso non ama altri che se stesso, e si sente spesso superiore a chiunque, più bravo, più capace, più intelligente, cosa che lo spinge, sfortunatamente per chi ci capita, ad azioni senza scrupoli. Tanti, continua Alberoni, affermano cose del tipo “sono geloso del suo lavoro che è quello che vorrei io” oppure “sono geloso di lui perché è più bravo di me” o “sono geloso della sua bellezza”. In questi casi non si tratta di gelosia, è errato definirsi “gelosi”, in questi casi si tratta di invidia. E’ invidia desiderare (fino a star male) quello che un altro, uno qualunque, ha; è invidia voler stare al suo posto. E’ invidia avere la presunzione di pensare che quel dato tizio, più o meno estraneo, in quella situazione sia felice, per cui si vorrebbe vivere la sua felicità. Questi pensieri, come tutti gli altri che l’autore esprime, li condivido da sempre. Come penso da sempre che l’invidia, purtroppo, porta a distruggere tutti coloro che hanno ciò che l’invidioso vorrebbe avere. Ogni persona che gli capita a tiro è una potenziale rivale per quel che sia sia, nel lavoro e nel benessere sociale. Per questo l’invidia non ha mai a che fare con l’amore, a differenza della gelosia che gira esclusivamente intorno a quello. Quando c’è amore c’è gelosia, non invidia, se c’è invidia non c’è amore. La gelosia si volge all’esterno solo e soltanto in una direzione, quella amata, mentre l’invidia si volge all’esterno solo e soltanto per appropriarsi di quello che, presuntuosamente, l’invidioso ritiene suo di diritto. Leggendo questo articolo confermo definitivamente il mio pensiero secondo cui la gelosia, per quanto ne dicano tanti, avendo a che fare con l’amore, non può essere male, non può essere negativa, mentre l’invidia è solo male, solo negativa, è egoismo allo stato puro, e deve soltanto essere evitata, anche quando viene – assurdamente – definita “sana”. Non esiste sana invidia, né sano egoismo. Sarebbe come dire che esiste una sana cattiveria.

Oh, finalmente leggoultima modifica: 2013-11-16T14:03:54+01:00da ellypettino
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