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Il Karma – Ogni azione genera una reazione

Karma (adattamento del termine sanscrito kārma[1] (devanagari: कार्म), aggettivo derivante dal sostantivo neutro karman[2] (devanagari: कर्मन्)), è un termine d’uso nelle lingue occidentali traducibile come “atto”, “azione”, “compito”, “obbligo”, e nei Veda inteso come “atto religioso”, “rito”. Il karma indica, presso le religioni e le filosofie religiose indiane, o originarie dell’India, il generico agire volto a un fine, inteso come attivazione del principio di “causa-effetto”, quella legge secondo la quale questo agire coinvolge gli esseri senzienti nella fruizione delle conseguenze morali che ne derivano, vincolandoli così al saṃsāra, il ciclo delle rinascite. Quello del karma è uno dei concetti nucleari delle dottrine induiste, strettamente connesso all’altro del mokṣa, inteso quest’ultimo sia dal punto di vista soteriologico, e cioè salvezza dal saṃsāra, sia dal punto di vista spirituale, come conseguimento di una condizione superiore, diversamente intesa a seconda della dottrina.

Generalità

La dottrina moderna del karman origina dalle speculazioni religiose delle Upaniṣad vediche; essa è oggi centrale nell’Induismo, nel Buddhismo, nel Sikhismo e nel Jainismo.
Così in ambito induista è comunemente considerata la parte non-materiale delle azioni, ed è la causa del destino degli esseri viventi.
In Occidente si diffuse nel corso del XIX secolo,     divulgato dalla Società Teosofica, ed è al centro anche di molte dottrine New Age.

Questo per considerarne la definizione generale. Non mi soffermerò su filosofia e religione perché diventerebbe un discorso ampio e parecchio complesso. Restando sulla mia idea personale,  non credo nel destino ma credo nel Karma, la cui filosofia, se ho capito bene, si basa sul principio che tutto nella vita sulla terra è collegato, vale a dire “ogni azione genera una reazione” . Così la vedo io. Buttandola su esempi pratici, quello che faccio oggi è conseguenza di ciò che è stato ieri e condiziona ciò che sarà domani. A riguardo, quello che più spesso si sente in giro è che il male fatto ti ritorna indietro. Ma se è così, lo stesso dovrebbe valere per il bene, giusto? E perché invece per il bene non vale sempre? Per me limitarlo a questo concetto del male fatto è scorretto. Non penso sia una semplice questione di “ciò che semini raccogli” , perché di base credo che quello che semino non dipenda solo da me, dalle mie azioni e reazioni a cose che a mia volta subisco, ma anche dalle azioni e reazioni altrui, che, pure abbiano avuto contatto con me o no, mi influenzano, direttamente o indirettamente. Solo credendo in questo, riesco in qualche modo a spiegarmi la condizione di certe situazioni in cui veniamo a trovarci. A volte, diciamo più spesso che no, per quanto tu possa ragionarci su, nel tentativo di capire come mai ti trovi lì e in quel dato modo, non riesci assolutamente ad arrivarne a capo. E questo – probabilmente – perché l’origine scatenante non è direttamente dipesa da te ma da qualcun altro, che magari nemmeno conosci, che in un dato punto indefinito (perciò inutile cercarlo) del tempo e dello spazio, ha dato il via agli eventi che hanno portato te lì e in quel dato modo. Non so se mi sono spiegata. Questo concetto per me vale per tutto, dalle cose più piccole ed apparentemente insignificanti ai fatti più eclatanti. Motivo per cui (vedete come tutto è collegato? Anche nei ragionamenti) ritengo che anche i particolari ai quali spesso si dà poca o nessuna importanza hanno invece sempre il loro perché. Ogni cosa accade per un motivo, secondo me, e non perché ci sia un futuro già scritto, ma per il contrario, per tutto il passato che ognuno di noi che siamo e siamo passati su questa terra ha tracciato nel suo percorso di vita. Accade tutto per un motivo scatenante, talmente intricato nei milioni di migliaia di centimetri di fili, tra cui anche il mio, che come in una rete si sono intrecciati tra loro, alterando, deviando del tutto o leggermente modificando il corso dei fili altrui. La filosofia del Karma, per come è strutturata, prevede anche la reincarnazione. In merito non so, non sono molto convinta, ma confesso che mi piace l’idea, mi piace credere ad una trasmigrazione dell’anima, che passa da un corpo all’altro senza morire mai. E volendo, ciò spiegherebbe esperienze diciamo paranormali che un po’ tutti viviamo, tipo il deja-vu, il ricordo di qualcosa di già vissuto, che magari, chissà, potrebbe in realtà essere una eco della vita passata in un altro corpo anni addietro. In questo modo viene più facile anche credere all’idea di eternità, no? Ricapitolando, seguendo il principio del Karma, ognuno di noi è qui per un motivo, agisce in continua relazione con tutti gli altri esseri viventi (ci metto anche gli animali), passati e presenti, di conseguenza non è totalmente causa “dei suoi mali” (concetto corrispettivo a quello che altri definiscono “destino” a cui dare la colpa per gli eventi che accadono), e la sua anima non morirà mai. E’ indubbiamente semplificato, lo so, ma mi sembra un pensiero molto positivo ed ottimista, e, nello stesso tempo, a dimensione umana (e non sovrumana). Per di più, spiegherebbe tante cose che altrimenti resterebbero misteri. Un ideale in cui mi ritrovo pienamente. E un argomento per me di grande interesse. Non mancherò di tornarci su.

Il Karma – Ogni azione genera una reazioneultima modifica: 2015-12-21T02:59:01+01:00da ellypettino
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