Dic 28, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Si può sempre provare a cambiare strada

Si può sempre provare a cambiare strada

Tempo fa qualcuno mi disse che a suo parere non ci si può rifare una vita a cinquant’anni. Per la motivazione, obiettivamente reale, che a quel punto sono state messe su situazioni ormai radicate, una famiglia, una casa, il lavoro, sono state imboccate strade a senso unico, presi impegni insomma, che coinvolgono altre persone, altre cose, per cui tutto ormai è definitivo.  Al che io, che la penso diversamente, obiettai che chi si ritrova a quell’età con una o più di  quelle situazioni sfasciate che fa? Tipo, il matrimonio va in crisi, in modo irreversibile (e definitivo), per dirne una piuttosto frequente. Che fa, non può rifarsi una vita? Non lo credo affatto. La vita, dissi, non è una scatola che ad un certo punto impacchetti e infiocchi e resta lì così. Se durante il percorso ti rendi conto di aver fatto la scelta sbagliata, puoi – e devi potere – tornare indietro, almeno provarci, cercando di sconvolgere il meno possibile le vite degli altri coinvolti, ovviamente, e considerando magari che continuando in quel modo potresti danneggiarle ancora di più.  I figli ad esempio, capiranno, se il genitore sta loro vicino e lo è stato durante la crescita facendo capire che nei loro confronti nulla è cambiato né cambierà mai, capiranno senz’altro, anche perché ben presto anche loro imboccheranno la propria strada e si staccheranno, come è naturale che sia. La mia interlocutrice invece sosteneva che se si va in crisi a quel punto della vita bisogna tenersi tutto dentro e cercare di superarla proseguendo per la strada che si è intrapresa. E ora capisco perché in giro c’è tanta frustrazione, e spesso anche molta superficialità nei rapporti: per evitare il definitivo. Non ci si può costringere dentro un atteggiamento, non si può fingere che vada tutto bene quando in noi c’è insoddisfazione e tristezza. In questo modo non si fa il bene di nessuno, non è sacrificio, è caparbietà. Perché succede, per orgoglio o testardaggine, di non voler ammettere di aver sbagliato strada, di non riuscire proprio ad accettare di esserci sbagliati tanto, e di non sopportare il rischio di dover poi giustificare questo nostro errore davanti a chi ci circonda (e che fa parte della suddetta scatola impacchettata ed infiocchettata). Di conseguenza si preferisce continuare per la strada vecchia, con l’idea distorta di essere al sicuro lì, perché, come si dice, prendendo quella nuova sai quello che lasci ma non sai quello che trovi. E se invece dentro di noi sentiamo che quella vecchia non fa per noi? Se a cinquant’anni ci accorgiamo che proprio quella che andremmo a lasciare è la strada sbagliata? E che quindi, proseguendo ostinatamente per di là, avremo quasi per certo più sofferenza – per tutti – che altro? Perché di una strada, vecchia o nuova, conosciamo il percorso fatto, non quello che c’è ancora da fare. Voglio dire, nessuna strada è sicura, anche sulla strada vecchia non sai quello che trovi. Io preferisco pensare che ci sia sempre una possibilità. Concludendo, l’opinione che a cinquant’anni non si possa ricominciare non è fondata su altro se non la personale paura di cambiare, che è anche normale, volendo, anzi si può dire che dipende dal carattere, e che quindi non serve arrivare a 50 anni per provarla, è presente già a 20, e si può eventualmente giustificarla come naturale, la paura di cambiare. Ma questo non dà il diritto di criticare chi invece, per fortuna, è fatto diversamente, ci crede e  prova a farlo. Non per niente il mio motto preferito è “non è finita finché non è finita”.

(Uppato. Dal 31/gen/2014)

Si può sempre provare a cambiare stradaultima modifica: 2015-12-28T02:31:41+01:00da ellypettino
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