Mar 4, 2016 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Le more tra i rovi

Le more tra i rovi

Ricordi di montagna. Quando si andava a spasso, ogni giorno avventurandosi in zone diverse. Ne facevamo spesso di giri. A volte ci si fermava sul ciglio delle strade, dove era pieno di rovi di more, certe morone grandi nere e gustose mai più viste, nè mangiate di così buone. Mia mamma ne va matta, e ne raccoglieva a manciate, incurante delle grosse spine. Faceva una specie di sacca con la maglia o la giacca che indossava, e le metteva lì per portarle via (ovviamente di due una la mangiava subito). Ho nostalgia di quei tempi, sì. Ma più che altro della spensieratezza. Come quella volta in cui mia madre raccolse quella che pensava essere camomilla e che poi per un caso molto foruito scoprì essere cicuta. Si andava in giro tranquillamente, senza paura di pericoli, ingenuamente. Oggi ad esempio ci sarebbe grande preoccupazione di avvicinarsi ai rovi di more, per la paura di eventuali vipere o altri pericoli. Diventerebbe un problema camminare sul ciglio delle strade; non ci si sentirebbe tranquilli a raccogliere piante quelle che siano, anche se sai perfettamente che si tratta di camomilla e non di cicuta, il dubbio ti resta lo stesso. Ci sono tante paure, indotte, radicate o innate, vuoi anche per l’enorme aumento dell’informazione (ai tempi, chi nemmeno sapeva cosa fosse un computer), che è utile di sicuro, ma spesso più che avvertire o limitarsi ad informare, getta vero panico e diffidenza. Qua pare che non puoi mangiare niente, devi controllare tutto; non puoi fidarti di nessuno perchè chissà chi può essere e cosa può farti; non puoi viaggiare, non puoi spostarti, non puoi non puoi non puoi. E va così che la spensieratezza di andarsene belli e fiduciosi a raccogliere more tra i rovi è quanto meno minata.

Le more tra i roviultima modifica: 2016-03-04T00:05:43+01:00da ellypettino
Reposta per primo quest’articolo

I commenti sono chiusi.