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Set 11, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su 11 Settembre

11 Settembre

 

Ero in ufficio, quel giorno, una normale giornata di lavoro, quando, nel primo pomeriggio, Mirella, la capA amministrazione, si affaccia nella stanza dove siamo io e la mia collega, dicendo:

“Ma che è successo? E’ caduto un aereo, dicono….” E si dirige nella sua stanza.

Al che io e la mia vicina di banco ci guardiamo perplesse, come se ci avessero tirato un gavettone di acqua gelata, chiedendoci tacitamente “dove-cosa-come”. Il mio primo pensiero (e anche il suo, come ci confessammo più tardi) va al nostro datore di lavoro, che, da Milano, sarebbe dovuto rientrare in serata proprio in aereo (il biglietto glielo prenotavo sempre io stessa). Ad un certo punto  l’ufficio, fino a quel momento piuttosto silenzioso e calmo, inizia ad animarsi. Dal televisore in sala riunioni giungono voci concitate di giornalisti che descrivono una scena apocalittica. Squilla il telefono (mio dell’ufficio), è Paolo, che sta tornando da Ortona, suo luogo di lavoro, e che mi dice che alla radio della macchina parlano di un attentato…… alle torri gemelle….e al Pentagono….e un altro aereo, probabilmente diretto alla Casa Bianca,   precipitato poco distante da lì……

Sono stati attimi, interminabili e rapidissimi allo stesso tempo. Tuttora non riesco a spiegare le sensazioni che mi arrivarono….la stanza divenne buia…..ecco….guardai la mia collega, che ancora non ci capiva niente.

Chiuso il telefono con Paolo, andiamo entrambe in sala riunioni dove, dalla tv, ci troviamo di fronte al disastro….anzi ai disastri. Da non crederci. Sembra quasi finto, un film catastrofico, di guerra. Da quel momento l’attività lavorativa si ferma. Tra le immagini in tv e i discorsi tra noi, tra la perplessità,  la paura,  lo sgomento, ci si domanda “perché?” Cosa stava accadendo? E cosa sarebbe successo dopo? Non erano immagini di disastri naturali, quelle, davanti alle quali ti senti disperato e spaventato ma in qualche modo realizzi che nessuno può farci niente, e devi solo aspettare che finiscano. Quelle erano risultato di azioni pensate e studiate da menti umane con tutte le intenzioni di provocare …..quello che hanno provocato, distruzione.

Per tutto il resto del giorno, e poi nei giorni seguenti, non c’è stato altro che quelle immagini, dovunque ti girassi, ancora più drammatiche e terrificanti quando le due torri, una per volta, crollarono al suolo quasi sciogliendosi come fossero  burro. Immagini di un evento che ha indubbiamente segnato un punto della storia fondamentale, che ancora adesso, nel rivederle, ho i brividi come quel pomeriggio infernale. Un attacco terroristico, no, un atto di guerra vero e proprio, e giunto allo scopo, vista l’entità del risultato. Un atto gravissimo su cui hanno ricamato, e ancora stanno ricamando, di complotti di vario genere da parte di questo o quell’altro. E intanto la verità non si sa, né mai si saprà.Visto da qui è stato terribile, posso solo immaginare come possa essere stato lì. E’ sorprendente (e triste) come certi eventi possano unirci tutti. Di orrori ne capitano ormai ogni giorno, tanto che sembrano spaventosamente essere diventati la norma. Quello  era un giorno come tanti, per me, e per tutti,  banale nella sua quotidianità, con gli stessi gesti tra carte su cui eravamo concentrati come poco prima e nei giorni precedenti,  nel quale  drammaticamente una enorme tragedia  fece irruzione, e di cui proprio per questo  non riesco a dimenticare niente, nemmeno la banale e piccola quotidianità.

Ago 7, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il cielo d’estate

Il cielo d’estate

LE COSTELLAZIONI ESTIVE: LA LIRA
La Lira è una costellazione di piccole dimensioni che sorge ai primi di marzo, quando intorno alla mezzanotte si affaccia a Nord-Nordest, culmina allo zenit fra giugno e luglio e tramonta ai primi di novembre a Nord-Nordovest. Essa è facilmente individuabile in quanto Vega, la stella più brillante della costellazione, costituisce il vertice occidentale e più luminoso del noto asterismo del Triangolo Estivo. A est della Lira corre la scia luminosa della Via Lattea, molto ben evidente in questo tratto di cielo anche in una notte non completamente oscura. Il resto della costellazione è individuabile a sud di Vega grazie alla coppia di stelle che hanno nome di Sheliak e Sulafat. Nei dintorni di Vega è visibile a occhio nudo una stellina allungata (ε Lyrae), che nel più piccolo dei binocoli già è risolta in due stelline molto vicine e pressoché identiche (stesso colore azzurro e stessa luminosità): si tratta di una delle coppie più belle del cielo ed è nota presso gli astrofili col nome di Doppia-Doppia, in quanto con strumenti astronomici più potenti e sofisticati si può notare che entrambe le componenti sono a loro volta stelle doppie. Gli Arabi vedevano Vega e le due stelle a lei vicine come un’aquila con le ali chiuse, che piomba sulla preda, laddove nella costellazione dell’Aquila, la stella Altair e le due sue compagne davano l’impressione di un’aquila in volo con le ali spiegate. Moltissime sono le stelle variabili presenti nella costellazione, alcune delle quali apprezzabili con piccoli strumenti. La Lira inoltre contiene uno dei più antichi ammassi stellari che si conoscano della nostra galassia e anche di alcuni sistemi planetari. Questa costellazione era nota al tempo dei Greci e rappresenta la lira, strumento musicale inventato dal dio Hermes, figlio di Zeus e di Maia, ricavato dal guscio di una tartaruga e donato a Orfeo, uno dei più grandi musicisti della mitologia greca. Tolomeo (II sec. d.C.) la riporta nel suo elenco di 48 costellazioni ed è sopravvissuta fino ai nostri giorni.
CURIOSITÀ: Presso i Maori la stella più brillante della Lira viene chiamata Whanui e simboleggia la leggenda di un triangolo amoroso. Una notte Whanui incontrò Pani, la bella moglie di Rango-Maui. Whanui fu tanto sconvolto dalla sua bellezza che, pur sapendo di compiere una cattiva azione, sedusse Pani. Dal loro amore nacquero le patate dolci, delle quali suo marito Rango-Maui non sopportava la presenza; Pani decise, quindi, di mandare le patate dolci sulla Terra, ma il marito, per vendetta, spedì anch’egli sulla Terra tre diversi tipi di bruco che si nutrivano delle patate dolci.

Lug 15, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su La barriera corallina

La barriera corallina

Mi affascina molto, ma dubito che la vedrò mai dal vivo. Ho letto ultimamente che pare abbiano scoperto che lo spirito di avventura è genetico. In pratica c’è un gene apposito. Che io evidentemente non ho. Un po’, però, mi dispiace.

LA BARRIERA CORALLINA La barriera corallina è una particolare struttura di rocce calcaree propria dei mari tropicali. Si è formata nel corso dei millenni grazie alla sedimentazione degli scheletri di madrepore, alghe calcaree e, in particolare di coralli, animali polipoidi. Il polipo ha il corpo a forma di sacco e in cima porta un ciuffo di minuscoli tentacoli, mediante i quali cattura il cibo trasportato dall’acqua. Quando muore il suo involucro serve di base per un nuovo organismo e la scogliera cresce su se stessa. La caratteristica di questo habitat unico è dovuta al fatto che i coralli stessi offrono riparo e protezione a migliaia di specie di pesci, crostacei, molluschi. Importanti per la vita della barriera sono: la luce, che viene catturata dai pigmenti fotosintetici delle alghe, le quali vivono in stretta simbiosi con i coralli, all’interno dei loro tessuti e ne stimolano la crescita e la formazione dello scheletro calcareo; e il movimento dell’acqua, che aiuta a procurare il nutrimento. La Grande Barriera Corallina è la struttura organica più grande del Pianeta: si estende per più di 2000 km lungo la costa dell’Australia, su una superficie totale di quasi 350.000 Kmq. Non è una struttura continua, ma è costituita da migliaia di scogliere coralline, isolotti, canali attraverso i quali circolano forti correnti marine e banchi di sabbia. La sua formazione iniziò circa quindicimila anni fa, quando il lento e progressivo innalzamento del mare lungo le coste permise ai coralli di radicarsi su piccole colline calcaree, su resti di antichi banchi corallini, continuando, poi, nei millenni a crescere in altezza. In alcuni punti, la cima della barriera ha raggiunto la superficie dell’acqua. Comincia così ad accumularsi sabbia sottile di origine corallina, perché formata dalla decomposizione degli scheletri dei polpi, e altri materiali, che lentamente si consolidano fino a divenire terraferma. Giungono allora a sostarvi gli uccelli che, con i loro escrementi, fertilizzano il terreno; con l’aiuto dell’acqua piovana, germogliano i semi trasportati dagli uccelli, e infine, nasce una vegetazione molto varia. La Grande Barriera Corallina pulsa di un’infinità di forme di vita, tra numerose specie di pesci, coralli, alghe e uccelli marini, tutti ugualmente importanti per la formazione della scogliera e per l’eco-sistema, tutti parte di un luogo unico, meraviglioso e incantato.

Lug 10, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Opere d’Arte

Opere d’Arte

IL GIUDIZIO UNIVERSALE

Il Giudizio Universale è un affresco di Michelangelo Buonarroti, realizzato per decorare la parete posta dietro l’altare della Cappella Sistina nei Musei Vaticani, a Roma. La grandiosa composizione, compiuta tra il 1536 e il 1541, si incentra intorno alla figura dominante del Cristo, nell’attimo che precede quello in cui verrà emesso il verdetto del Giudizio (Matteo 25,31-46). Il suo gesto, autorevole e pacato al tempo stesso, sembra richiamare l’attenzione e placare l’agitazione circostante: tutte le figure sono coinvolte. Accanto al Cristo vi è la Vergine, che volge il capo in un gesto di rassegnazione: Ella non può più intervenire nella decisione, ma solo attendere l’esito del Giudizio. Anche i Santi e gli Eletti, attendono con ansia di conoscere il verdetto. Tra questi si riconoscono san Pietro con le due chiavi, san Lorenzo con la graticola, san Bartolomeo con la propria pelle, in cui pare vi sia l’autoritratto di Michelangelo, santa Caterina d’Alessandria con la ruota dentata, san Sebastiano inginocchiato con le frecce in mano. Nella fascia sottostante, gli angeli dell’Apocalisse, col suono delle lunghe trombe, risvegliano i morti; a sinistra i risorti in ascesa verso il cielo recuperano i corpi (Resurrezione della carne); a destra angeli e demoni fanno a gara per precipitare i dannati nell’inferno. E Caronte, insieme ai demoni, fa scendere i dannati dalla sua imbarcazione a colpi di remo, per condurli davanti al giudice infernale, Minosse. In questa parte, è chiaro il riferimento all’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, raffigurato qui tra le anime del cielo. L’opera suscitò tra i contemporanei elogi, ma anche violente reazioni, tanto che, nel 1564, giunse la decisione, da parte della Congregazione del Concilio di Trento, di far coprire alcune delle figure del Giudizio ritenute “oscene” per le loro nudità. L’incarico di dipingere i panneggi di copertura, le cosiddette “braghe”, fu dato a Daniele da Volterra, da allora noto come il “braghettone”. Michelangelo, mentre dipingeva, concentrò la sua attenzione sul corpo umano, sulla sua perfezione celeste e sulla sua deformazione tragica e finì, poi, col focalizzare l’attenzione maggiormente sulla figura di luce in cui è raffigurato Cristo.

(Tratto da un commento dei Musei Vaticani)

Giu 27, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Arte e mitologia

Arte e mitologia

Storia d’amore tragica e commovente, ritratta da grandi artisti, cantata da grandi poeti.

ORFEO ED EURIDICE


Si diceva del poeta Orfeo che col suono della sua lira e col suo canto dolcissimo avesse il potere di muovere gli alberi e di rendere mansuete le belve. Un giorno, Orfeo vide una ninfa bellissima, Euridice, che in giardino raccoglieva fiori per fare una ghirlanda. Se ne innamorò pazzamente e la sposò. Intanto, era giunto in Tracia, Aristeo. Egli si invaghì di Euridice e l’importunava con continue attenzioni d’amore. Un giorno Euridice, per sfuggire ad Aristeo, prese un viottolo tra i campi, fu morsa da un serpente velenoso e morì. Le ninfe diedero la colpa ad Aristeo e, per fargli dispetto, distrussero gli sciami dei suoi alveari. Profondo fu lo strazio di Orfeo per la morte della sua amata: piangeva, si disperava, si aggirava per i monti, ma nulla leniva il suo immenso dolore. Alla fine, non potendo più vivere senza Euridice, decise di andare a cercarla nell’Ade, e scese nel regno dei morti. Gli dei dell’Averno si commossero alle tristi note della sua lira, al suo lamentoso canto funebre, alle sue implorazioni. Tutti erano accorsi ad ascoltare silenziosi, tutti i tormenti erano stati sospesi per virtù di quel canto. Ades, il malinconico re di quel regno, sentì per la prima volta nel gelido cuore un sentimento di pietà e concesse a Orfeo la grazia di riportare Euridice alla luce del sole, col patto che, lungo il cammino, non si voltasse mai a guardare la sua sposa. Una donna coperta da un velo lo seguiva silenziosamente. Camminarono a lungo, ma il pensiero di Orfeo era per lei che gli stava dietro. Quando la luce del sole cominciava a filtrare fra le tenebre, Orfeo si voltò indietro a guardare Euridice. Euridice c’era, ma divenne trasparente e si dissolse. La porta dell’Inferno si richiuse subito dopo il passaggio di Orfeo, ormai colto dalla disperazione.

Giu 26, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Energia elettrica

Energia elettrica

Fu un certo William Gilbert nel 1600 a scoprire la differenza essenziale tra “attrazione elettrica” e “attrazione magnetica”. La scoperta della elettricità naturale aprì la strada all’accumulo della stessa (bottiglia di Leida dell’olandese P. van Musschenbroek), all’incanalazione (parafulmine di B. Franklin), agli esperimenti di Galvani sulle rane. Con la pila di Alessandro Volta si arrivò al primo generatore artificiale di corrente continua. Da allora in poi le realizzazioni tecniche e il miglioramento della qualità della vita sono a tutti note.

Giu 25, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su I Maya

I Maya

LA FINE DEI MAYA
Tra il 300 e il 900 d.C., la civiltà dei Maya visse un momento di grandezza, ricchezza e splendore. Tikal era uno dei centri più importanti e si sviluppò in maniera vertiginosa. La città si estese con la costruzione di edifici, tra cui piramidi e palazzi. La civiltà Maya era fondata su ideologie religiose molto forti. Tutte le grandi scoperte dei Maya, come la matematica e la scrittura, si fondano su base religiosa. Ma, improvvisamente, questa civiltà subì un tracollo con la conseguente e definitiva misteriosa scomparsa. Molti credono che la causa siano le eruzioni vulcaniche, altri parlano di popoli invasori che distrussero la popolazione e le città divennero deserte. L’ipotesi più probabile è quella che riconduce alla coltivazione della terra. Il benessere di questo popolo veniva principalmente dall’agricoltura, ma loro non erano in grado di sfruttare le potenzialità del terreno non conoscendo la tecnica della rotazione delle piantagioni. Non alternando le colture di stagione in stagione, la terra divenne sempre più arida e, tra il IX e il X secolo fu colpita dalla siccità. Entrambi questi elementi determinarono la fine del sistema produttivo. I Maya, senza più cibo e acqua sufficienti a soddisfare il fabbisogno, furono costretti ad abbandonare le città. Però, questo popolo non scomparve completamente: col tempo si indebolì moltissimo a causa delle guerre interne e dei conflitti con i popoli limitrofi, fino al suo disastroso tramonto. (Da Frate Indovino)

Giu 21, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il solstizio e i suoi riti

Il solstizio e i suoi riti

Stonehenge
Le pietre monolitiche del sito britannico di Stonehenge sarebbero una sorta di calendario oltre che un tempio. L’asse del monumento è orientato in modo che al solstizio d’estate il sole sorga al di sopra della centrale Heel Stone. Ogni anno sono migliaia le persone che si riuniscono nel sito per l’occasione.

Egitto
Una Stonehenge più antica di mille anni. È Nabta Playa che ha un sito con monoliti allineati in direzione del sorgere del sole nella data del solstizio.

Firenze
Gnomone della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Tra le 12 e 30 e le 13 e 30 di alcune giornate, compreso il 25 giugno i raggi del sole scendono attraverso la Cupola del Brunelleschi, formando un’immagine del disco solare che va a sovrapporsi a quella di marmo sul pavimento della cappella della Croce.

Giu 20, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Angelica e Medoro

Angelica e Medoro

ANGELICA E MEDORO
Medoro è un giovane e avvenente guerriero saraceno, dall’insolita chioma bionda per un africano, che combatte per il suo re Dardinello. Nella battaglia di Parigi, i cristiani sconfiggono i saraceni e Dardinello perde la vita. Medoro decide di recuperare il corpo del suo re rimasto non sepolto e, insieme a lui affronta l’impresa di entrare di nascosto nel campo nemico, il suo compagno Cloridano. I due riescono nel progetto, ma Cloridano resta ucciso e Medoro è ferito gravemente. La bella Angelica, principessa del Catai, passando per caso di lì, vede il giovane ferito e lo soccorre aiutata da un pastore, che li porta alla sua fattoria. Angelica è colei che ha respinto i cavalieri più valenti e, invece la vista di Medoro ferito muove qualcosa nel suo gelido cuore. Inizialmente, opera solo per pietà e per il piacere di sfoggiare le arti mediche apprese in Oriente. Nei giorni seguenti, man mano che Medoro riacquista la salute, Angelica si innamora perdutamente del giovane saraceno ed è ricambiata. Essi incidono i loro nomi sugli alberi e sulle pareti delle grotte, ovunque passano, per manifestare la loro travolgente passione. Angelica decide di sposare Medoro, senza curarsi del fatto che sia di umili origini. Lo sposa, in quel luogo d’incanto tra i pastori e decide di portarlo con sé in Oriente e farlo incoronare imperatore del Catai.

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