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Mag 2, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Mitologia

Mitologia

IL MITO DI APOLLO E DAFNE
Dafne era figlia di Gea, la Madre Terra, e del fiume tessalo Peneo. Era una giovane ninfa che viveva serena deliziandosi della quiete dei boschi e del gusto per la caccia. La sua vita fu sconvolta per il capriccio di due divinità: Apollo ed Eros. La leggenda ci narra che, Apollo era molto fiero di aver ucciso con le frecce il serpente Pitone, a soli quattro giorni di vita. Un giorno, incontrò Eros che forgiava un nuovo arco e si burlò di lui che non avesse mai compiuto delle azioni gloriose. Il dio dell’amore, ferito dalle parole di Apollo, preparò la sua vendetta: prese due frecce, una per respingere l’amore, che lanciò nel cuore di Dafne e la seconda, ben acuminata e dorata, per far nascere la passione, che lanciò nel cuore di Apollo. Da quel giorno Apollo vagò disperato per i boschi alla ricerca della ninfa, perché la passione che ardeva nel suo cuore era tanto forte che lo stare lontano da lei gli procurava sofferenza. Ma quando la trovò, Dafne scappò impaurita. Apollo pur dichiarando il suo amore non conquistò la ninfa. Dafne, pur scappando nei boschi, era inseguita da Apollo, così invocò l’aiuto di Madre Terra. Questa si impietosì e rallentò la corsa della figlia, la fermò e ne trasformò il corpo: mutò i suoi capelli in rami ricchi di foglie; sollevò le sue braccia verso il cielo che divennero flessibili rami; ricoprì il suo corpo sinuoso con tenera corteccia; tramutò i suoi delicati piedi in robuste radici e il suo delicato volto lo nascose tra le fronde dell’albero. Dafne aveva le sembianze di un leggiadro albero: il lauro. Tutto ciò accadde alla presenza di Apollo, che deluso per non poter avere la sua amata, decise che quello sarebbe stato il suo albero. Il dio proclamò che la pianta dell’alloro sarebbe stata sacra al suo culto, che sempre avrebbe ornato i suoi capelli, e sarebbe stata segno di gloria da mettere sul capo dei vincitori.

Apr 30, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Paradisi terrestri

Paradisi terrestri

LA VALLE DEI FIORI

La Valle dei Fiori, è un piccolo Parco nazionale dell’Himalaya. Un Parco particolare e delicato, posto ad alta quota in uno dei luoghi più remoti dell’India settentrionale, nello stato dell’Uttarakhand. Una valle dell’Himalaya non molto estesa e bagnata dal fiume Pushpawati. È come passeggiare in un giardino naturale, in mezzo a 300 varietà di fiori selvatici, incastonati nella cornice himalayana, dove convivono specie uniche al mondo, un insieme di fiori dai colori vivaci: anemoni, violette, gerani, genziane, primule, rododendri, betulle, rose, dei fiori chiamati “loto degli dei”, selvatici e spontanei, diversi dei quali con proprietà medicinali. Qui, i fiori creano un effetto molto scenografico: assomigliano a un immenso mazzo di fiori di campo, sullo sfondo svettano le cime dell’Himalaya, sotto un cielo terso.

Apr 29, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Assisi e dintorni

Assisi e dintorni

EREMO DELLE CARCERI
Santuario francescano a circa 4 km da Assisi e 800 m di altitudine sulla strada che porta al Subasio, dove il canalone, che solca il monte dall’alto in basso, diventa una spaccatura a strapiombo sulla roccia. Dall’antichità il luogo fu rifugio di eremiti intorno a una cappellina chiamata “Sancta Maria ad Carceres”. La parola “carcere” deriva dal latino “carcer”, ossia luogo chiuso, nascosto, e indicava luoghi aspri e solitari, adatti per la contemplazione e la vita eremitica. Non si hanno nelle Fonti Francescane notizie esplicite della presenza di Francesco alle Carceri, ma moltissimi indizi la rendono una realtà credibile. Anzitutto, bisogna ricordare che la famiglia di Francesco aveva una proprietà vicina alle Carceri, dalla quale si poteva accedere facilmente all’Eremo. La grotta dove si ritirava Francesco con un giovane amico agli inizi della conversione (FF 329) è identificata da più autori come una di quelle presenti all’Eremo. In Sant’Angelo di Panzo, poco sotto le Carceri, Francesco conduce Chiara prima di fissarne la dimora definitiva in San Damiano. In questo luogo la tradizione ambienta diversi episodi dei Fioretti (cfr cap. III; cap. XVI; cap. XXIX; cap. XXXII). Un altro particolare ancora più significativo ci è offerto da un “lodo arbitrale” del 1237, detto “di frate Elia”, volto a dirimere una controversia tra il Comune di Assisi e la Cattedrale, in cui si parla esplicitamente del “Carcere di San Francesco”, in riferimento alla località in questione, conosciuta, almeno fino al 1198, come “Carcer de Tenplo” (A. Fortini). Dopo la morte del Santo si ha notizia di una presenza sporadica dei suoi compagni alle Carceri. Verso la fine del ’200 vi fu costruito un piccolo eremo dipendente dal Sacro Convento, punto di riferimento di gruppi di frati cosiddetti “zelanti”. Una presenza stabile e prolungata dei frati alle Carceri si riscontra con Paoluccio Trinci, fondatore dell’“Osservanza”, dopo il 1370. Dal 1426, con san Bernardino da Siena, l’Eremo fu ampliato e conobbe un deciso sviluppo.

Apr 15, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su E viaggiando

E viaggiando

LA SPAGNOLA MALAGA
La città di Malaga si trova nella parte meridionale dell’Andalusia, a poca distanza dalla punta estrema della penisola Iberica, Gibilterra, e quasi a toccarsi con il Marocco. Nelle giornate senza foschia si riesce a vedere la costa africana. Sorge ai piedi delle propaggini meridionali della Cordigliera Betica, e il fiume Guadalmedina separa la parte più vasta e antica della città, sulla riva sinistra, dai moderni quartieri industriali, situati sulla riva destra. La vicinanza al continente africano e le montagne della Sierra Nevada alle sue spalle, le donano un clima mite e gradevole. Grazie a ciò, la stagione balneare è molto lunga, si può iniziare a prendere il sole da febbraio fino a tutto dicembre e, con un po’ di fortuna, si può trascorrere il Natale in spiaggia. È una delle più antiche città del mondo, fondata nell’XI secolo a.C. dai Fenici. Ha subito diversi domini: fu conquistata dai Romani, dai Visigoti, dagli Arabi. Fu occupata dai Francesi tra il 1810 1 il 1814. Dopo la rivoluzione del 1868, fu teatro di sommosse contro la regina Isabella II di Castiglia. Ogni influenza è presente negli edifici e nei monumenti del suo centro storico. Malaga è una città solare, ospitale, colorata; è ricca di suoni, odori, sapori; è voglia di vivere, dove si assapora tutto con intensità. Malaga è musica e “Gitanos”: gente con la musica nel sangue. Sensazione unica quando con la sola chitarra improvvisano spettacoli di flamenco. Malaga, terra che abbonda di fascino e tradizioni.

Apr 9, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Luoghi fantastici

Luoghi fantastici

LA MITICA FORESTA NERA
La Foresta Nera è una bellissima area geografica frutto della sintesi tra storia, tradizione e natura. Essa deve il suo nome alla fitta foresta di abeti che cresce ad alte quote. È una vasta area montuosa che si estende nella parte meridionale del territorio tedesco, dove si congiungono i confini di Svizzera, Francia e Germania. Le altezze delle sue montagne vanno diminuendo da Sud a Nord, ed è ricca di acque di saltellanti cascate e di silenti fiumi, alcuni dei quali unendosi danno origine al romantico Danubio. L’alternanza di boschi, prati e valli crea un tappeto color verde che si allunga fino a perdersi all’orizzonte, mischiandosi a macchie di fiumi, cascate, laghetti, interrotti da pittoreschi villaggi. Questo lo splendido paesaggio di una delle zone più suggestive della Germania: la Foresta Nera, il cui territorio è praticamente compreso in due parchi naturali. I rigogliosi fitti boschi di abeti ricoprono i sinuosi fianchi dei monti, i riflessi argentei dei laghi illuminano le notti, le serpeggianti strade di montagna conducono alle tipiche case “a graticcio” tra i filari delle vigne.

Mar 4, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su e viaggiamo di nuovo….

e viaggiamo di nuovo….

nel paese di Babbo Natale.

LA LONTANA LAPPONIA
La Lapponia è una vasta area geografica all’estremo nord della penisola scandinava. Il territorio lappone abbraccia Finlandia, Russia, Norvegia e Svezia. È una meravigliosa terra dalle caratteristiche colline tondeggianti; è pure la terra candida del ghiaccio, delle renne e della mitologia dei Sami, la popolazione che la abita. La maggior parte del territorio è selvaggio e incontaminato; i Sami sono la popolazione indigena di circa 75.000 persone che vi abitano. La loro storia, cultura, lingua, modi di vivere, l’attività lavorativa sono unici e costituiscono la loro vera identità. La cultura sami è qualcosa molto caratteristica e peculiare legata anche al territorio che occupano. I Sami sono una tribù proveniente dall’est e, originariamente non aventi alcun legame di razza o di lingua con i finlandesi, svedesi, norvegesi o russi. Uno degli aspetti meravigliosi di questo luogo è la luce con i suoi cambiamenti e fenomeni. La Lapponia è, infatti, chiamata la “Terra del sole di mezzanotte”, uno degli aspetti naturali che si può osservare nelle notti estive: per quattro mesi l’anno, il sole resta sopra l’orizzonte e la sua luce illumina le notti come fosse giorno. Queste “notti bianche” arricchiscono di suggestione i paesaggi polari. Quando l’intramontabile sole estivo lascia, poi, spazio al buio invernale, appaiono in cielo le aurore boreali, che disegnano fantastiche figure luminescenti “che danzano” tra le stelle. Secondo un’antica leggenda sami, questi fenomeni accadono perché una volpe immaginaria corre sulle alture artiche e illumina il cielo con le scintille che scaturiscono dal contatto della sua coda con la coltre di neve.
Tutti sappiamo che questa è, anche, la patria di Babbo Natale, dove egli ha la sua vera casa, nascosta tra le alture del Monte Korvatunturi. Questo vecchietto vestito di rosso, riceve, tutto l’anno, milioni di lettere e il suo impegno è quello di rispondere a ognuna. Poi, a Natale, fa visita a tutti i bambini del mondo, ma li aspetta anche nel suo villaggio di Santa Claus, per parlare con loro. In questa terra, dove puoi camminare a lungo e lo sguardo non vede i confini, il suono profondo del silenzio, è interrotto solo da qualche mucchietto di neve che scivola lentamente dai rami delle betulle. È come vivere dentro una fiaba: il tempo scorre lento, il focolare acceso scoppietta, una renna tranquilla appoggia il muso sulla finestra. Il mondo lappone: straordinariamente autentico e unico.

Mar 3, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il Monte Fuji

Il Monte Fuji

IL MONTE SACRO
Il Monte Fuji è universalmente considerato simbolo del Giappone. Sembra che il primo a salire sul vulcanico Monte sia stato un monaco sconosciuto, nel 663. Per i giapponesi è la montagna sacra, infatti lungo i suoi percorsi sono stati costruiti molti santuari e luoghi di preghiera, perché simbolo di immenso valore. Secondo la tradizione buddista, il monte Fuji nacque una notte del 286 a.C., quando il suolo si aprì creando il lago Biwa, e la terra sorse a formare la montagna. Gli abitanti originari del Giappone, gli Ainu diedero al monte il nome di Fuchi, la loro dea del fuoco. I buddisti credevano che la montagna fosse la via d’accesso a un altro mondo; gli shintoisti vi costruirono santuari dedicati alla dea Sengen-sama, che si libra in una nube sopra il cratere del Fuji e, ogni tanto, è possibile vederla. Anticamente, solo i samurai potevano salire sul monte e in quei luoghi addestrarsi. Nel 1860, Sir Rutherford Alcock fu il primo uomo, per di più straniero, a scalare la montagna. Uno degli aspetti più suggestivi è arrivare sulla vetta dopo la scalata notturna per poter assistere allo spettacolo del sorgere del sole. I giapponesi chiamano questo momento “Go Kou Rei”, “luce spirituale”. Il Monte Fuji, come monte sacro, è venerato dai giapponesi che hanno dedicato ad esso un giorno dell’anno. La festa ricorre nel mese di febbraio, perché questo è il periodo in cui c’è più visibilità e si può osservare la caratteristica e perenne cima innevata. Il giorno 23 ha, anche esso, un significato particolare, nel senso che Fu – Ji – San ricorda i numeri 2 – 2 – 3 (ad esempio Fu viene da Futatsu e significa 2). Si è così scelto il 23 febbraio per celebrare la festa più amata dal popolo nipponico.

Mar 1, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Marzo

Marzo

Marzo è il terzo mese dell’anno secondo il calendario gregoriano, ed il primo della primavera nell’emisfero boreale, dell’autunno nell’emisfero australe, conta di 31 giorni e si colloca nella prima metà di un anno civile. Il nome deriva dal dio romano Marte, dio della guerra, poiché era proprio nel mese di marzo che in genere iniziavano le guerre.

Eventi
Secondo lunedì del mese: Canberra Day.
8 marzo: Giornata Internazionale della Donna.
14 marzo: P-greco day (3-14).
15 marzo: Giornata internazionale contro la brutalità poliziesca.
19 marzo: Festa del papà

Proverbi
Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l’ombrello.
Marzo o buono o rio, il bue all’erba e il cane all’ombra.
Quando Marzo va secco, il gran fa cesto e il lin capecchio.
Neve marzolina dalla sera alla mattina.
Vento di Marzo non termina presto.
Di marzo, ogni villan va scalzo.
Quando marzo marzeggia, april campeggia.
L’acqua di marzo è peggio delle macchie ne’ vestiti.
Marzo alido, aprile umido.
Marzu, acqua e suli, carricari fa li muli.
U friddu di Marzu scorcia a vecchia ‘ntô iazzu.
Lu friddu di marzu trasi dintra lu cornu di lu voi.
Marzo ha comprata la pelliccia a sua madre, e tre giorni dopo e’ l’ha venduta.
Marz marzott fiö d’un baltrocch fiö d’una baltroca, o ch’el piöf o ch’el tira vent o ch’el fioca.

Marzo pazzerello esci col sole e rientri con l’ombrello.
Gennaio ingenera, febbraio intenera, Marzo imboccia.
Marzo asciutto ed aprile bagnato, beato il villano che ha seminato.
Marzo ventoso, frutteto maestoso.
Chi nel Marzo non pota la sua vigna, perde la vendemmia.
Marzo molle, grano per le zolle.
Le api sagge in Marzo dormono ancora.
La nebbia di marzo non fa male, ma quella d’aprile toglie il pane e il vino.
Se marzo butta erba, aprile butta merda.
La luna marzolina fa nascer l’insalatina.
Marz pulverent, per fà séghel e furmènt.
Tanta nebbia di Marzo, tanti temporali d’estate.
Marzo, la serpe esce dal balzo.
Di marzo, chi non ha scarpe vada scalzo, e chi le ha, le porti un altro po’ più in là.
Marzo tinge, april dipinge, maggio fa le belle donne, e giugno fa le brutte carogne.
Pace tra suocera e nuora dura quanto la neve marzola.
Marzo cambia sette cappelli al giorno.
Marzo non ha un di come l’altro.
Marzo tinge, aprile dipinge.

Feb 27, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su New York

New York

 LA GRANDE MELA
New York è una città degli Stati Uniti, una delle più grandi e più famose del mondo intero. Affaccia sull’Oceano Atlantico, ed è stata la porta verso il nuovo mondo e una nuova vita nei lunghi anni del fenomeno dell’immigrazione. Ad accogliere milioni di disperati, che da lontano partivano affrontando il viaggio della speranza, la Statua della Libertà, simbolo del “sogno americano”. La città di New York è anche conosciuta con un altro simbolo: essa è definita “la Grande Mela”. Nel 1909, Edward S. Martin nel suo libro “The Wayfarer in New York” definì lo stato di New York come un melo con le radici piantate nella valle del Mississipi e il frutto, la mela, a New York. Negli Anni ’20, il termine fu ripreso dal cronista sportivo John Fitzgerald, riferendo come per gli scommettitori di corse di cavalli, New York fosse “la mela” (cioè il frutto) più ricca per i guadagni. Intanto, l’idea dell’identificazione col frutto prendeva sempre più piede, considerando che i musicisti jazz, durante il proibizionismo, suonavano nei locali di Harlem e Manhattan e ricevevano come ricompensa una grande mela rossa. Da qui l’affermarsi di questo soprannome. Fino a quando, nel 1997, il sindaco della città, Rudolph Giuliani, denominò “Big Apple Corner” l’angolo tra la 54° West Street e Broadway, dove il giornalista John J. Fitzgerald aveva abitato, per rendergli omaggio.

Feb 15, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Una rosa perpetua

Una rosa perpetua

 meraviglie della scienza. O della natura, volendo. Le tecniche scientifiche, sviluppate dalla natura umana, sono riuscite a “creare” l’eternità. Un passo gigante (da giganti) verso l’immortalità, chissà. Anche se l’immortalità INnaturale. …. Comunque sia, al di là di tutte le speculazioni possibili, la trovo perfetta. Se immagino la perfezione,  immagino questo.

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