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Giu 13, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Ulisse e Penelope

Ulisse e Penelope

ULISSE E PENELOPE
Uno degli amori raccontati dalla letteratura più belli e profondi. Penelope e Ulisse: una storia di lontananze, ostacoli, fedeltà mantenute e infrante, ma soprattutto di vero amore.
Penelope è figlia di Icario, principe spartano, ed è cugina di Elena, una bellissima donna, causa della sanguinosa guerra di Troia e dei lutti degli Achei. Penelope incarna il simbolo della fedeltà coniugale, Elena la bellezza che procura danni. Tra i pretendenti che si contendono una donna tanto bella vi è anche Ulisse. Ma, egli sa di non poter aspirare a tanto e sceglie in moglie la cugina Penelope. Il loro è un amore fulmineo, contrastato da Icario, che desidera per la figlia uno sposo più ricco. Ma impossibile resistere a Eros: i due innamorati scappano, imponendo alla famiglia la loro unione. Dopo la nascita del figlio Telemaco, Ulisse deve partire per combattere nella guerra di Troia. Cominciano per Penelope lunghi anni di attesa, di solitudine. La sposa lo aspetta con pazienza, con il pensiero sempre rivolto al suo uomo assente, restandogli incrollabilmente fedele. La sua reggia viene occupata dai Proci che, dopo molti anni, le chiedono di scegliere un marito tra i pretendenti, poiché ormai Ulisse è creduto morto. Grazie all’astuzia della tela, la donna riesce a respingere per un po’ le proposte dei volgari Proci: ella promette che sposerà uno di loro quando avrà finito di tessere il sudario per il suocero Laerte. È spinta dal sentimento della speranza, la convinzione che il marito prima o poi tornerà. Ma, l’inganno sta nel fatto che la donna tesse di giorno e sfila il lavoro di notte, fin quando viene scoperta e tradita da una serva. Ulisse, terminata la guerra, parte per un lungo viaggio di conoscenza e viola il patto di fedeltà con tradimenti divini, ma lo riconquista con determinazione, quando decide di rinunciare all’invito della tenera Nausicaa innamorata di lui, o all’immortalità promessagli da Calipso. L’eroe vuole tornare a casa, la sua terra è Itaca, la sua sposa la mortale Penelope: profondo è l’amore in lui, tenace. Tornato a Itaca dopo lunghi venti anni, l’amata sposa lo sottopone a una prova: gli ordina di spostare il suo letto, perché possa riposarsi dal lungo viaggio. Ma, Odisseo sa che il suo talamo non può essere spostato, poiché lui stesso lo ha costruito attaccato al tronco dell’olivo più bello. Ora, Penelope è certa che quell’uomo è davvero suo marito. Insieme di nuovo felici: una lunga notte scende sui due sposi, una notte piena di gesti d’amore e di racconti.

Giu 11, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Foreste e cascate

Foreste e cascate

LE CASCATE VITTORIA
È uno degli spettacoli naturali più sensazionali e lo si può ammirare in Sudafrica, esattamente tra lo Zambia e lo Zimbabwe. È qui che scorre il fiume Zambesi: vi arriva dalla sorgente dopo aver percorso 1200 chilometri, si distende sonnolento su di un altopiano, e poi fa un enorme salto in un baratro di circa 128 metri per scomparire in una nuvola bianca di acqua polverizzata. Sono le Cascate Vittoria, bellissime e maestose. L’acqua del fiume scivola via lungo pareti verticali a precipizio e cade su un fondo roccioso molto stretto, ribollendo in vortici di schiuma di spettacolare e selvaggia bellezza. Qui, lo Zambesi continua il suo cammino in gole profonde e tortuose. Nel 1855, l’inglese David Livingstone, percorrendo il fiume nell’intento di esplorare queste terre sconosciute, ne scoprì il primordiale paesaggio e, diede alle cascate il nome ufficiale di “Cascate Vittoria”, in onore della sua Regina. Nelle notti di luna piena, si compie uno spettacolo davvero raro in natura e ricco di grande fascino: l’arcobaleno prodotto dai raggi lunari.

Giu 2, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il tricolore

Il tricolore

COME E’ NATO IL TRICOLORE?
Verde, bianco, rosso. Tre strisce verticali di eguale dimensione che compongono il nostro vessillo nazionale. Esposto e onorato nelle celebrazioni ufficiali come nelle manifestazioni sportive, il Tricolore fa parte della nostra cultura da oltre due secoli. L’origine della bandiera italiana risale alla fine del ’700. Infatti, fece la sua prima comparsa ufficiale nel 1796, in occasione della nascita della Repubblica Cispadana. Nel verbale della riunione del 7 gennaio 1797 si legge: “Fa pure mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Perché furono scelti questi colori? Sulla questione si è discusso molto e le risposte arrivano anche dalla poesia. Dall’Ongaro risponde: «I tre colori della tua bandiera non son tre regni, ma l’Italia intera: il bianco l’Alpi, il rosso i due vulcani, il verde l’erba dei lombardi piani». Carducci, invece, scriveva: «Quei colori parlarono alle anime generose, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione e il sangue dei martiri e degli eroi». Altri, sostengono che la nostra bandiera sia derivata da quella francese, sostituendo il blu con il verde. Un modo, forse, per auspicare che gli ideali di Libertà, Uguaglianza, Fratellanza trovassero terreno fertile anche nella nostra Penisola. Ma nulla di certo. Con la proclamazione del Regno d’Italia, sullo stendardo fu aggiunto lo stemma della corona reale sabauda, fino al 27 dicembre 1947, giorno in cui il Tricolore venne fissato come bandiera nazionale. L’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana recita “La bandiera della Repubblica è il Tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”.

Giu 1, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Mitologia & Arte

Mitologia & Arte

UN AMORE DI ZEUS: LA NASCITA DI APOLLO E ARTEMIDE


Tra i tanti amori di Zeus, c’è Leto, che i Romani chiamavano Latona. Leto apparteneva all’antica e nobile stirpe dei Titani; suo padre era Ceo e sua madre Febe, le sorelle erano Rhea e Temi. Essa era simbolo della notte e Zeus, che era il cielo, naturalmente si innamorò di lei e Leto rimase incinta. Zeus, pur amandola, temendo le ire e la gelosia della moglie Hera, la allontanò da sé prima che partorisse. La gelosa Hera perseguitò Leto, che era una divinità mite, timida e incapace di difendersi da sola. Hera, addirittura, le aizzò contro il serpente Pitone e si fece promettere dalla Terra che non avrebbe dato mai sicuro rifugio all’infelice donna. Leto fu costretta a girare mari, monti e paesi, in lungo e in largo, senza poter riposare in nessun luogo. Zeus ne ebbe pietà e decise di soccorrerla. Pensò che potesse dimorare presso l’isola di Asteria, una delle Cicladi, un’isola che fluttuava per il mare come una nave: Asteria era una dea, figlia di Ceo e Febe, quindi sorella di Leto, che per aver rifiutato l’amore di Zeus fu tramutata in quaglia e, una volta precipitata in mare, divenne un’isola. Questa si chiamava, infatti, anche Ortigia, che significa “isola della quaglia”. Qui, Zeus mandò Leto, e Asteria dovette proteggere la sorella. I dolori del parto per Leto durarono 9 giorni e 9 notti, finché le dee che l’assistevano mandarono Iride a chiamare Ilizia, dea delle nascite, che l’aiutò a partorire. Leto diede alla luce due gemelli, il Sole e la Luna: Apollo e Artemide. Da quel momento Zeus fissò l’isola al fondo del mare che non si mosse più. In onore della nascita del dio del Sole, Apollo, l’isola venne chiamata “Delo”, che in greco significa “la chiara, la luminosa”.

Mag 29, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Interessante!

Interessante!

UNA CASA BINISHELL
Dante Bini, architetto americano di origini italiane, una mente creativa e innovatrice nel panorama dell’architettura. È dagli anni Sessanta che egli studia e realizza le “Binishell”, costruzioni eco-sostenibili, economiche, veloci da realizzare, forti nella struttura e flessibili nella varietà di forme e tipologie. Si tratta di cupole monolitiche realizzate in cemento armato (cioè elementi strutturali sottili come il guscio di un uovo e di peso leggero) a cui viene data forma con la pressione dell’aria. Con questa modalità vengono costruite abitazioni, scuole, edifici commerciali, ecc… Il progetto architettonico ha un indubbio fascino, oltre a sviluppare un senso di curiosità e desiderio di provare a vivere dentro una di queste case almeno per un giorno.

Mag 28, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Viaggiamo

Viaggiamo

FLY GEYSER
Il Fly Geyser è probabilmente nato a seguito di un intervento della mano dell’uomo per la realizzazione di un pozzo sotterraneo. Un geyser ha origine da una sorgente sotterranea di acqua calda. Dal sottosuolo l’acqua calda insieme al vapore si dirige verso l’alto e cerca di uscire all’esterno, formando alte colonne. Si tratta di un fenomeno naturale provocato da eruzioni periodiche. Nel 1916, nel Nevada, fu costruito un pozzo per captare acqua dalle falde acquifere sotterranee. Col tempo, l’energia geotermica sotterranea ha riscaldato l’acqua, che trovata una crepa nel vecchio pozzo, ha scoperto una uscita imprevista, così ha eruttato emettendo un getto spontaneo, e ha creato un geyser, uno spettacolare fenomeno naturale. La bellezza del Fly Geyser è deriva anche dallo stratificarsi di diversi colori sulla struttura alla sua base. Sembra che una particolare alga, con la sua azione, “dipinga” la superficie esterna con intensi colori. Ammirando il Fly Geyser viene spontaneo fare due osservazioni: la prima, riguarda la forza della Natura, che quando si muove, segue il suo corso e nessuna mano d’uomo può fermarla; la seconda, riguarda la possibilità di immaginare come potesse essere stato il nostro Pianeta alle sue origini.

Mag 23, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Dante e Beatrice

Dante e Beatrice

DANTE E BEATRICE
Uno dei più grandi amori della letteratura di ogni tempo fu l’amore tra Dante Alighieri e Beatrice, identificata forse in Beatrice di Folco Portinari, detta Bice, che andò sposa a Simone de’ Bardi. Questo amore nacque da un semplice sguardo, vissuto nel cuore e nelle parole del poeta, che soffrì la lontananza e superò la morte nella grandiosa opera la “Divina Commedia”. Inizialmente, Dante l’amò secondo i canoni dell’amor cortese e ne descrisse la bellezza del volto. L’origine del fascino di Beatrice erano gli occhi: verdi, scintillanti, che davano all’intero volto una straordinaria luminosità. Il suo sorriso, poi, era fresco, spontaneo, appena velato di tristezza. Aveva una voce sottile e straordinariamente armoniosa. Sulle labbra le fioriva un dolcissimo sorriso e quando posava gli occhi sull’interlocutore, lo sguardo infondeva una serenità che incantava. Il nostro poeta ne era affascinato. Dante aveva incontrato Beatrice nella casa del padre a nove anni e a diciotto si erano salutati per strada, ma presto la perse: Bice giovanissima morì. La sua Beatrice, la sua amata, però poteva sopravvivere nella sua poesia. Poteva raccontare di lei e di questo amore e delle poesie che aveva scritto per la donna che le aveva ispirate. Un racconto del privilegio che Dio gli aveva concesso. Intitolò l’opera “Vita Nova”, vita rinnovata dal vero amore. Il fuoco dell’amore bruciava e Beatrice divenne in Dante una visione poetica, sublime, elevata sopra ogni creatura, che nel suo viaggio di pellegrino nel regno dei morti riuscì a raggiungere. Beatrice gli apparve sfolgorante tra alberi in fiore e con sul capo la corona di alloro.

Mag 20, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Bruges

Bruges

Qui ci vivrei.

BRUGES, PATRIMONIO CULTURALE
Un’antica città medioevale, sospesa nel tempo, Bruges è una delle più romantiche del mondo, un gioiello di storia e di bellezze architettoniche, soprannominata “Venezia del Nord”. Le sue origini risalgono, probabilmente al IX secolo circa, quando il primo borgo nacque intorno a una fortezza che aveva lo scopo di difendere la costa dalle invasioni vichinghe prima e in seguito da quelle francesi. Lo sviluppo della città si ebbe verso il XIV e XV secolo, quando raggiunse il massimo splendore economico, perché era diventata uno dei più importanti centri per il commercio dei tessuti. Dopo tanto splendore arrivò la decadenza, causata da un evento naturale: l’insabbiamento progressivo della Zwin che ostacolò dapprima e poi rese quasi del tutto impossibili le comunicazioni dirette fra Bruges e il Mare del Nord. Così, dal XVI secolo, il commercio fu deviato su Anversa e Gand, mentre quello che sarà il piccolo “museo vivente”, rimase isolato per secoli. In questa città sembra di vivere in una fiaba ambientata nel Medioevo: i canali che le scorrono attorno come un filo di perle, le sue strade acciottolate, gli archi in mattoni, le chiese di pietra e le case affacciate sui canali collegati dai pittoreschi ponti… torri, campanili, i cigni e i cavalli che tirano i calessi sulle strade e le giunchiglie nel parco la rendono davvero una città magica. Una piccola città da godere con i negozi di cioccolata e le donne che fanno il tombolo sull’uscio di casa: Bruges, una città che conquista!

Mag 13, 2015 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Eeeevviva la torre di Pisa

Eeeevviva la torre di Pisa

LA TORRE CHE PENDE
La Torre Pendente più famosa al mondo la ammiriamo a Pisa, in Piazza dei Miracoli, accanto al Battistero e alla cattedrale di Santa Maria Assunta, di cui è il campanile. I lavori di costruzione cominciarono nel 1173 e si conclusero nel 1350: è alta 56 metri, ha 8 piani e 7 campane. L’altezza elevata, dava all’edificio una funzione di vero fulcro visivo, in quanto ben visibile da ogni parte della piazza e della città. Aveva cioè una funzione di collegamento tra la città e la piazza, ossia una funzione di faro, di vedetta. Era insieme simbolo civico e religioso della comunità cittadina. Il progetto originale probabilmente fu di Diotisalvi. La Torre di Pisa, fu costruita su un terreno argilloso e sabbioso e durante l’innalzamento del terzo piano cominciò a inclinarsi. I lavori furono sospesi per alcuni anni e ripresi successivamente, costruendo i piani più alti imprimendo ad essi una curvatura in senso opposto alla pendenza. Nonostante gli sforzi, essa assunse una certa pendenza, e malgrado ciò la Torre riesce a mantenersi in equilibrio, perché la verticale che passa per il baricentro cade all’interno della base di appoggio. Gli otto piani sono circondati da una loggetta con archi. Essa è la torre campanaria della vicina Cattedrale di Santa Maria Assunta, ed è dotata di ben sette campane: Assunta, Crocifisso, San Ranieri, Dal Pozzo, Pasquereccia, Terza, Vespruccio, le quali suonano, ancora oggi, prima delle messe celebrate in Duomo. La più antica, la Pasquareccia, veniva impiegata, originariamente, per avvisare della morte dei traditori. Per salire in cima alla Torre, vi sono tre rampe di scale a chiocciola. Attualmente la pendenza è di 4 gradi.

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