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Dic 29, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Condivido

Condivido

Vero amore

Il mio vero amore ha il mio cuore ed io ho il suo
in giusto scambio l’uno per l’altro dato.
Io tengo caro il suo, e il mio lui non può perdere,
non ci fu mai un patto meglio riuscito.
Il mio vero amore ha il mio cuore ed io ho il suo.
Il suo cuore in me ci tiene uniti,
il mio cuore in lui guida pensieri e sensi.
Lui ama il mio cuore, che era suo una volta,
io custodisco il suo, perché in me ora ascolta.
Il suo cuore
dalla mia vista restò ferito
il mio cuore restò ferito dal suo cuore ferito;
poichè mentre da me al suo la sua ferita s’illuminava
allo stesso tempo m’è parso che in me bruciava;
feriti
entrambi, in questo scambio la nostra felicità nasceva.
Il mio vero amore ha il mio cuore ed io ho il suo.

Sir Philip Sidney

(succublog splinder: 17/09/2011)

Dic 29, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Mitologia – Il mito di Icaro – chi troppo in alto sale…

Mitologia – Il mito di Icaro – chi troppo in alto sale…

Un altro mito interessante, triste e un po’  poetico.

Nella mitologia grecaIcaro (Icarus in latino, Ikaros in greco, Vicare in etrusco) era figlio dell’inventore Dedalo e di Naucrate, una schiava di Minosse.

A Creta il re Minosse aveva chiesto a Dedalo di costruire il labirinto per il Minotauro. Avendolo costruito, e quindi conoscendone la struttura, a Dedalo e suo figlio fu preclusa ogni via di fuga da Creta da parte di Minosse, poiché temeva che ne fossero svelati i segreti e vennero rinchiusi nel labirinto (tutto questo ultimo periodo manca della fonte: Apollodoro nel secondo secolo a.C. sostiene che Dedalo viene rinchiuso nel labirinto perché Minosse lo ritiene responsabile della “riuscita” di Teseo, che può tornare dal Labirinto grazie all’espediente del gomitolo che proprio Dedalo aveva suggerito. Non ci sono altre fonti nell’antichità che collocano Dedalo e Icaro imprigionati nel Labirinto. Ovidio nelle Metamorfosi non lo fa, Diodoro Siculo nemmeno). Per scappare, Dedalo costruì delle ali con delle penne e le attaccò ai loro corpi con la cera. Malgrado gli avvertimenti del padre di non volare troppo alto, Icaro si fece prendere dall’ebbrezza del volo e si avvicinò troppo al sole (nella mitologia Febo); il calore fuse la cera, facendolo cadere nel mare dove morì. Il padre arrivò sano e salvo in Sicilia dove costruì un tempio dedicato ad Apollo, in memoria del figlio Icaro.

Ah, non ricordavo che fosse figlio di Dedalo e quindi collegato con il labirinto del minotauro.  Lo trovo un po’ triste in quanto simbolo di chi insegue i propri sogni spingendosi a volte troppo oltre le sue possibilità, con passione ed incoscienza allo stesso tempo. Nonostante l’avvertimento di chi ha più esperienza e  lo ama profondamente. Penso comunque che un po’ tutti, specie in giovane età, avremmo fatto come lui. L’idea di poter volare (=realizzare i nostri desideri), attira molto, e una volta in ballo, ci si lascerebbe trasportare, senza pensare alle conseguenze e nonostante gli avvertimenti di chi ha più anni ed esperienza di noi.

(succublog splinder: 16/09/2011)

Dic 29, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Ciak, si gira

Ciak, si gira

Preoccupante, deprimente, scoraggiante la situazione mondiale degli ultimi tempi. Guerre in atto, fredde e non, e che non accennano a smettere, numero crescente di omicidi e suicidi, disastri ecologici, nonchè la perenne crisi economica da cui pare non si esca mai. E allora che fai? Ascolti notizie, leggi giornali, ti tieni informato, e ti fai un’idea sempre più preoccupante, deprimente e scoraggiante sul futuro, per i figli, e per te stesso. Ma poi leggi meglio e ti chiedi se sia davvero così fondata questa idea. Esempio pratico: Paolo deve fare la successione della casa dei suoi. Anni fa, le improponibili tasse relative erano state tolte, con la soluzione di stabilirvi la residenza, ed un forfait da pagare più che altro dovuto a spese burocratiche (i cosiddetti diritti di segreteria e simili, ridicoli solo di nome, io ho la casa dei miei per “diritto” di eredità, e devo pagarmelo. Devo pagare un mio diritto. Ma a me – cittadino – i miei diritti quando vengono pagati, allora? chiusa parentesi). Giorni fa ci dicono che la nuova finanziaria rimette le tasse di successione. Bene. Proprio ora che dobbiamo farla noi. Preoccupati, disarmati e scoraggiati, chiediamo al commercialista. Il quale ci informa che questa cosa non è vera, la successione non viene toccata.. Allora? La notizia che ci è stata data non è altro che una strumentalizzazione politica. Ecco. E così funzionano le cose.
Già da un po’ ho la sensazione che le notizie che vengono date in giro siano più recita che verità vera. Scoppia uno scandalo, e tutti là ad informarsi, abbindolati dalle pappe che ci vengono propinate per scopi personali di chi le racconta. Se tizio ha interessi di un tipo, te le racconta in un modo, se caio ha interessi opposti te le racconta in un altro. Quindi come facciamo a farci un’idea che sia giusta, quando solo la verità ci permette di farci opinioni e quindi di scegliere, anche solo se accettare e rimanere o non accettare ed andarcene? Sembra tutto mirato ad attirare l’attenzione, notizie tragiche vengono ridimensionate se non smentite, per cui appena escono ti fai un’opinione drammatica e ti preoccupi, poi di colpo, non se ne sente più niente. Tutto è strumentalizzato, filtrato da chi parla, una marea di mitomani che vogliono mettersi in mostra, un’altra marea di manipolatori che vogliono indirizzare l’opinione pubblica secondo questo o quel partito, un’altra marea ancora di furbastri che vogliono solo distrarre l’opinione pubblica (le cosiddette zecche, che vivono del riflesso di altri, lavorano del lavoro altrui, e si lamentano pure che in giro c’è chi, secondo loro, non vuole lavorare). Sembra tutta una recita. Si apre il sipario, ognuno assume il suo ruolo, e “ciak, si gira”, vai col copione di frasi fatte, o frasi ad effetto, o bombe catastrofiche che poi si rivelano false. In tutto questo, noi che ci crediamo, un’idea non possiamo farcela. Anzi io una me la sono fatta, ed è che non è vero praticamente niente di quello che ci dicono. I giochi li fanno in alto, ci sono situazioni ad ampio spettro, e di cui non sapremo mai niente -se non forse quando saranno passati anni e ormai sono morte e sepolte- che devono (e vogliono) restare così come sono, interessi politici ed economici che devono crollare per stabilizzarsi, per cui vengono fatti crollare appositamente In tutto questo come si fa a capire dov’è la verità? E’ tutto manipolato da una parte e strumentalizzato dall’altra. Altrimenti come si spiega il fatto che tutti siamo sdegnati per la situazione, indignati per le guerre le ingiustizie gli orrori che ci raccontano, protestiamo dicendo che devono finire, eppure niente cambia mai? E intanto a noi propinano le notizie per tenerci occupati, una al giorno, a momenti, dicendoci quello che vogliono farci credere, ma mai la verità. Come se stessimo guardando un film, con un inizio e una fine (che è un optional, però), con attori e comparse, e una storia scritta a tavolino, visto il quale, hai passato due ore del tuo tempo senza che ti resti  niente di reale e senza che niente sia realmente cambiato, tanto che ti ci incavoli pure protestando di rivolere assolutamente indietro quelle due ore della tua vita che hai inutilmente perso.
E questo sì che è preoccupante, deprimente e scoraggiante.

(succublog splinder: 13/09/2011)

Dic 29, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Mitologia – Il vaso di Pandora – chi dice donna dice danno

Mitologia – Il vaso di Pandora – chi dice donna dice danno

Poco fa mi è venuto in mente questo mito, che ho studiato ere fa, quindi non lo ricordo, quindi ho deciso di rispolverarlo, e sono andata a curiosare:

Il Vaso di Pandora

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Nella mitologia greca, il vaso di Pandora è il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura.

Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo ne Le opere e i giorni, il vaso (pithos, πίθος in greco antico) era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza.

Con il mito del vaso di Pandora la teodicea greca assegna alla curiosità femminile la responsabilità di aver reso dolorosa la vita dell’uomo: per questo motivo il personaggio di Pandora non è dissimile da quello di Eva nel mito biblico della Genesi.

Oggi l’espressione vaso di Pandora viene usata metaforicamente per alludere all’improvvisa scoperta di un problema o una serie di problemi che per molto tempo erano rimasti nascosti e che una volta manifesti non è più possibile tornare a celare.

oddio … il donodella curiosità io ce l’ho! Il che mi preoccupa non poco.

Comunque riflettevo su due punti: intanto, che nella mitologia, cattolica o pagana che sia, ricorrono gli stessi temi, tra cui quello della sfida e la disobbedienza agli dei in merito alla conoscenza; e poi che  è sempre la donna la causa di guai. Ma com’è sto fatto. In fondo è un girare e rigirare sempre sugli stessi temi, la mela di Eva, il vaso di Pandora. Forse l’unica eccezione è Prometeo, che rubò il fuoco agli dei, e la pagò cara. Tant’è, che la curiosità, la sete di conoscenza sono un cruccio di cui il genere umano non si libererà mai. Bisogna notare però che Pandora si comporta tipicamente da donna anche dopo aver causato il danno, perchè alla fine rimedia al suo sbaglio liberando la Speranza. Poco fa, ma almeno è qualcosa.
E’ bello come mito.
Per riderci su, consiglio di vedere il relativo episodio di Pollon. Fa ridere. Oltre al fatto che, chissà, magari in un lontano futuro saranno le versioni polloniane ad essere tramandate, e non la mitologia vera e propria (ma speriamo di no eh )
Ma se invece del vaso di Pandora si chiamasse il “naso” di Pandora, visto che di una ficcanaso si tratta. Anzi, di una “ficcavaso”.
Vabè, non fateci caso (pure in rima).

(succublog splinder: 10/09/2011)

Dic 28, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Modi di fare, modi di essere

Modi di fare, modi di essere

Sarà che sono abituata così, quando ho a che fare con le persone. Intanto tendo ad approfondire più o meno da subito, se  e quando sento, e ancora di più se lo so, che c’è un’intesa vera e profonda e un interesse reciproco. E a quel punto il mio modo di essere mi porta a scoprire l’altro, e a metterlo sempre di fronte a se stesso. Secondo me è una cosa fondamentale, anche perchè è con se stessi che si ha a che fare innanzitutto, dal mio punto di vista è sulle nostre azioni che dobbiamo riflettere, azioni e reazioni, in ogni situazione, perchè è da questo che si forma l’esperienza. Spesso mi sono sentita dire “se sei così fiduciosa significa che non hai avuto esperienze negative”. Questo chi l’ha detto? Ne ho avute eccome, come tutti quanti. Solo che il mio carattere non ci si sofferma. Intanto per me ogni situazione e persona sono diverse dalle altre, quindi in una situazione nuova non mi viene per niente da riversare quello che mi è successo. E’ nuova, quindi da sperimentare. E penso anche che ognuno di noi è unico in sé, in quanto individuo, con un suo valore unico che nessuno ha (diverso è per me il discorso di chi è unico “per me”, è un altro tipo di unicità, e, per come sono io, deve essere reciproca, altrimenti non c’è). E infine, altro fatto importante, io credo fermamente che le persone siano in grado di pensare con la loro testa, e di essere responsabili di ciò che fanno e dicono. Ecco perchè tendo poi a metterle davanti a loro stesse, quindi a cosa provano, a cosa vogliono. E’ una cosa fondamentale. Però mi rendo conto che questo ad alcuni tipi di persone non piace, e non amano farlo. Spesso mi è stato detto “vabè basta ho capito” quando non era vero che avevano capito, dovevo solo smetterla di parlare , di tentare di farli riflettere. Ma è innato in me.  Certi tipi di persone sembrano vivere la vita in base a come la recepiscono – come tutti d’altra parte, solo che loro è come se aprissero la porta per immagazzinare cose, e poi richiuderla a chiave, per poter elaborare ciò che è entrato per conto loro, senza interagire con l’esterno. Io faccio diversamente, la porta non la chiudo mai, specialmente quando la cosa mi interessa, perchè è interagire essenziale, vitale-. Di conseguenza, con quel tipo di persone non so come comportarmi, e non riesco ad averci a che fare.

(succublog splinder: 07/09/2011)

Dic 28, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su L’AMORE E’ FATTO PER MORIRE

L’AMORE E’ FATTO PER MORIRE

L’amore è fatto per morire, ma non come lo intendiamo noi.
Quando per noi un amore muore diciamo che non c’è più niente da fare. Si spegne il sentimento, ciò che si sentiva, quella passione che ci sconvolgeva inizialmente.
Noi pensiamo che l’amore abbia lo stesso volto, lo stesso nome, la stessa emozione per tutta la vita.
Invece no.
L’amore per rimanere vivo deve morire, morire alla routine, alle attese già preconfezionate, ai ritardi, ai ricordi, ai “come eravamo”.
Muore l’amore quando non lo lasciamo morire.
Lui è come il sole, ogni giorno tramonta, muore, ma per rinascere.
La sua nascita fa un giorno nuovo, qualcosa che non c’era ieri e che oggi si compie.
L’amore si compie!
E’ come l’acqua del fiume: mai la stessa pur correndo dentro lo stesso tracciato. Se non fosse così si ridurrebbe a stagno, ad acquitrino…ed è la morte dell’amore.
Quando trattengo, soffoco, fermo tutto su quell’istante che non c’è più e non ritornerà più.
Quando lo libero e lo lascio morire, quando lo lascio andare e mi permetto di essere spiazzato dalla sua libertà di partire, ecco che mi ritorna rinnovato.
L’amore ha bisogno di uno spazio infinito che è il cuore dell’altro. Deve imparare a convivere con questo infinito scoprendo giorno per giorno cosa c’è nela stanza accanto.
Quando il mio io muore, nel tu si sprigiona la forza divina che fa andare avanti il mondo. In questa morte il mio io mi ritorna rinnovato, rinato e ridonato in modo nuovo: un io amato perché è riuscito a morire.

Oggi tanti nostri amori fiiscono perché si vuole salvare se stessi e non l’altro.

Non esiste investimento sicuro: amare significa, in ogni caso, essere vulnerabili. 
Qualunque sia la cosa che vi è cara, il vostro cuore prima o poi avrà a soffrire per causa sua, e magari anche a spezzarsi.
Se volete avere la certezza che esso rimanga intatto, non donatelo a nessuno, nemmeno a un animale.
Proteggetelo avvolgendolo con cura in passatempi e piccoli lussi; evitate ogni tipo di coinvolgimento; chiudetelo con il lucchetto nello scrigno, o nella bara, del vostro egoismo.
Ma in quello scrigno – al sicuro, nel buio, immoile, sotto vuoto – esso cambierà: non si spezzerà; diventerà infrangibile, impenetrabile, irredimibile. L’alternativa al rischio di una tragedia, è la dannazione.
L’unico posto, oltre al cielo, dove potrete stare perfettamente al sicuro da tutti i pericoli e i turbamenti dell’amore è l’inferno.

(C.S.Lewis, I quattro amori. Affetto, Amicizia, Eros, Carità)
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L’ho trovato sul forum che frequento, è di C.S. Lewis (Le cronache di Narnia), e mi è piaciuto moltissimo. Piuttosto duro in alcuni punti, anche se lo trovo più che altro ironico, o anche sarcastico.
Naturalmente ognuno interpreta a suo modo, secondo la sua sensibilità e le sue esperienze, ma niente di negativo si legge in queste parole. Rabbia sì, ma verso chi soffoca l’amore, per, appunto, egoismo. Perchè l’amore è innanzitutto aprirsi all’esterno, nel “cuore dell’altro”, dimenticando se stessi (quando si ama e si è, però, riamati), uno scambio reciproco continuo, che nasce e muore continuamente, nel tuo cuore il suo e in quello dell’altro il tuo, E NON E’ MAI “TROPPO”. Lasciarlo andare nel senso di esprimerlo, darlo, invece di tenerselo dentro, chiuso, al buio di un “inferno”, a fossilizzarsi fino ad indurirsi come pietra. E le sofferenze passate, i ricordi negativi, non giustificano assolutamente una cosa del genere, nè tanto meno, come a volte accade, danno il diritto di causare sofferenze in nuovi arrivati solo per rivalsa su chi ha causato le proprie. Far vivere l’inferno a chi non c’entra è solo un altro inferno senza fine, e niente ha a che fare con l’amore.
La frase che ho evidenziato la condivido completamente. L’amore pensa all’altro, non a sé, si dà, non si trattiene. Ma per paura o egoismo o che altro, questo purtroppo accade molto raramente.
Ho letto comunque che C.S. Lewis ha perso la moglie per un tumore alle ossa, cosa che di sicuro gli ha causato grande sofferenza. Ma resta il fatto che deve averla amata, con tutto se stesso, e queste parole lo evidenziano ampiamente.

(succublog splinder: 24/08/2011)

Dic 28, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Feriae Augusti

Feriae Augusti

Eccoci arrivati anche a Ferragosto, un po’ di interessanti informazioni anche su questa festività, esclusivamente  italiana. 

 

(e balliamo a ritmo di “WikiWiki”) 

 

Il Ferragosto è una festività che cade il 15 agosto. Negli altri paesi europei la festa assume il nome di assunzione di Maria. Tradizionalmente dedicata alle gite fuori porta, è spesso caratterizzata da lauti pranzi al sacco e, data la calura stagionale, da rinfrescanti bagni in acque marine, fluviali o lacustri. Molto diffuso anche l’esodo verso le località montane o collinari, in cerca di refrigerio.

Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall’imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i Consualia, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L’antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di autopromozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane allo scopo di fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.

Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l’impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiroasini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il “Palio dell’Assunta” che si svolge a Siena il 16 agosto.

Nell’occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia: l’usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria dai decreti pontifici.

Coincide con la festa cattolica della dormizione e assunzione di Maria (madre di Gesù). Esiste un parallelo tematico tra il rapimento delle vergini sabine e quello della Vergine in cielo.

e aggiungo questa interessante notizia che proprio non sapevo.

 

  • Il piatto tradizionale per eccellenza del pranzo di Ferragosto è il piccione arrostito. Tale usanza, un tempo diffusa in buona parte d’Italia e che ancora sopravvive in alcune zone, pare sia nata in Toscana, in epoca carolingia.[2]
 

« A ferragosto si mangiano i piccioni arrosto. »

 

(Detto popolare)

 

 

A TUTTI

(succublog splinder: 15/08/2011)

Dic 28, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Voglio ritrovare ciò che ero

Voglio ritrovare ciò che ero

ho deciso. Nel senso tutto ciò che ero. Da qualche parte sarà, di sicuro. Capita, certo, di perdersi per strada, di lasciare qua e là qualche parte di sé tra un’esperienza -buona o cattiva- e l’altra, e di dimenticare anche per molto tempo quello che eravamo, ma non per questo bisogna lasciarlo andare o lasciare indietro le parti di noi sparse nel tempo. In questo modo ci si disgrega piano piano, fino a non ritrovare più niente di ciò che eravamo. Evolversi sì, perdersi mai. Voglio ritrovarlo, non solo per me, ma anche per chi amo, e mi ama sempre da sempre e nonostante tutto. Voglio ritrovare ciò che ero. Anche fisicamente. Non è facile di sicuro, ci vuole tempo per rimettere insieme le parti mancanti. Ma nel momento in cui si arriva alla consapevolezza di volerlo fare, si è già a buon punto, e niente e nessuno ci impedisce di tornare sui nostri passi per raccogliere i pezzi rimasti per strada e rimetterli insieme. Stanno là, dove io stessa li ho lasciati, bisogna solo cercarli.
Si può fare, e già il pensiero di questo mi fa stare bene.

(succublog splinder: 12/08/2011)

Dic 28, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su La notte di San Lorenzo

La notte di San Lorenzo

Ho trovato questa cosa vagando sul web e mi è piaciuta. Probabilmente è più che risaputa, ma mi piace postarla ugualmente.
Le lacrime di San Lorenzo 

di Justine Bellavita

La notte del 10 agosto, ogni anno, gli occhi degli italiani nel mondo si rivolgono speranzosi al cielo, per cogliere al volo una stella cadente.
Se scientificamente la caduta delle stelle è da imputarsi al passaggio, all’interno dell’orbita visiva terrestre, degli asteroidi della costellazione Perseo (detti appunto Perseidi), culturalmente la pioggia di stelle è stata elaborata in modo più poetico. Questa notte è infatti, da tempi immemori, dedicata al martirio di San Lorenzo, dal III secolo sepolto nell’omonima basilica a Roma, e le stelle cadenti sono le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui Lorenzo morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza. In questa notte, infatti, si crede si possano avverare i desideri di tutti coloro che si soffermino a ricordare il dolore di San Lorenzo, e ad ogni stella cadente si pronuncia la filastrocca “Stella, mia bella stella, desidero che…”, e si aspetta l’evento desiderato durante l’anno.

fonte italiadonna.it 

(succublog splinder: 11/08/2011)

Dic 28, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Eppure parlo italiano

Eppure parlo italiano

Incomprensioni incomprensioni incomprensioni. Ma è possibile che bisogna spiegare ogni virgola, ogni punto e ogni due punti? Non entro in esempi specifici anche perchè non ne ho, o meglio, ne ho talmente tanti che non saprei da dove iniziare. Quindi generalizzo, e vado sul concetto di base. Io esprimo la mia opinione su un dato argomento, che, visto che mi sento di dire la mia, evidentemente mi coinvolge (purtroppo mi faccio coinvolgere agli eccessi spesso e volentieri). Incompresa la mia opinione, spuntano le code di paglia. Hai voglia tu a spiegare le tue intenzioni! Niente, ti mettono le loro e basta. Essendosi sentite chiamate in causa, offese o altro, le code iniziano con le frasi (fatte) del tipo “non siamo tutti uguali” (balle), e aggiungono un appunto “però il tuo atteggiamento è egoista”.

Ah. Riavvolgiamo un attimo il nastro, riguardiamo la moviola. Io ho solo espresso la mia opinione, e ne ho diritto come tutti, non sono andata contro nessuno ma casomai a favore di qualcuno (ed è ben diverso, se permettete). Com’è che affermate che “non siamo tutti uguali” e poi però non capite che quello che vi sto dicendo è la mia opinione, quindi “non uguale” dalla vostra? Non siamo tutti uguali però io in pratica sono egoista? Non torna.  Poi, vorrei capire da parte di tutte le code che spuntano, ma voi siete così “comprensive” e “aperte” anche quando ci capitate direttamente? Specifico. Se io mi ritrovo in una data situazione, voi da sagge quali siete, dite che io “devo capire, perchè non tutti siamo uguali”, “ognuno reagisce diversamente e ha le sue ragioni”, e quindi io devo accettare, mettere in tasca e portare a casa. E certo, tanto a voi che vi frega, non siete in causa, tranquillamente mettete l’accento sugli errori altrui, e vi beate della “bella figura” eventuale che avete fatto, se non altro per aver detto schiettamente la vostra (che in certi casi è solo una banale ovvietà). Facile così, totalmente incapaci di mettervi nei panni altrui quali siete. Se vi ci trovate voi, però, la musica come cambia! Allora non siete più disposte nè a comprendere, nè a pensare che non tutti siamo uguali e che ognuno ha le sue ragioni, e di sicuro non vi date delle egoiste per questo, semplicemente la vedete come una enorme ingiustizia, gigantesca, e non siete affatto disposte a mettere in tasca e portare a casa.
COME MAI?
Eh no, i due pesi e due misure NO. Se magari leggeste attentamente, e non solo con gli occhi prevenuti tipici delle code di paglia, vedreste bene che non c’è affatto quello che voi volete vederci, ma è tutto molto più semplice, tranquillo e assolutamente positivo.
Poi, già che ci siamo, vorrei che mi spiegaste che gusto ci proverei a fare polemica arida e stupida, oltre che subdola, perchè, almeno io, sono solita discutere a viso aperto, se ho qualcosa da dire a qualcuno, e soprattutto SE MI SENTO DI FARLO E NE VALE LA PENA. Altrimenti non perdo certo tempo a formulare frasi subdole rivolte a terzi che, come molte di voi affermano, “se devono capire capiscono”. Non so voi, ma io ho tutt’altro modo di affrontare le cose, e decisamente tutt’altro genere di divertimenti e passatempi, che non sono di certo questi qui. Non so a voi, ma a  me questi li rovinano, i passatempi, rovinano giornate intere, non portano a niente e sono solo una perdita di tempo, che, sempre parlando per me, è la cosa peggiore che si possa fare nella vita.

(succublog splinder: 29/07/2011)

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