nel senso che non è quello giusto. E pensare di amare ancora chi non risponde più, come convincersi di amare chi non ricambia, è come ascoltare un disco rotto, che, per quanti sforzi possiamo fare, suona male, ed è solo spiacevole e più ci ostiniamo a metterlo più si rovina e più spiacevole diventa. Si può credere ciecamente di aver trovato la persona giusta, finchè un giorno sentiamo che qualcosa è cambiato, e iniziamo a dubitare che non sia effettivamente quella giusta, e a chiederci se sia amore vero o no. Come si capisce se non lo è? Semplice, si capisce perchè finisce. Se finisce non è sicuramente amore vero. Stesso discorso, ancora più incisivo, riguardo al sentimento non corrisposto. Spesso tendiamo a cercare nell’altro ciò che conosciamo o riconosciamo. Ad esempio, chi è abituato a subire un comportamento duro o freddo, magari fin da bambino, tende, anche inconsciamente, a cercare lo stesso atteggiamento nel partner, perchè? perchè ci è abituato, sa affrontarlo, c’è, diciamo, già stato male a sufficienza, e corre quindi il rischio minore. Ecco perchè c’è l’idea (sbagliatissima) che l’amore è sofferenza, e si “concepisce” l’amore non corrisposto. Si crede di amare qualcuno che non ricambia, perchè in lui si ritrova un atteggiamento noto, di cui si ha esperienza, e quindi sopportabile, si “impara” a ritenere “naturale” ricevere mortificazioni o delusioni dall’altro, perchè si è cresciuti con la convinzione questo sia amore (come di conseguenza non viene riconosciuto, in quanto estraneo, quando si riceve davvero), e magari ci si ostina a credere di amare qualcuno su questi presupposti. Ma questo non è amore. E’ un’idea, un’illusione, un inganno. Come è un inganno continuare a credere di amare un compagno con cui magari si sta anche insieme da tanto tempo o di continuare ad amarlo anche se lui è andato via. Non è amore, è abitudine, quieto vivere, idea (sbagliata) che la serenità equivalga a non avere casini (da cui il frenarsi, il soffocarsi, il tacere) e possa andar bene anche se è solo apparente. Niente a che fare con l’amore. L‘amore, quello vero, è appartenersi, è reciprocità, è il sentimento di entrambi che rimbalza dall’uno all’altro continuamente, e si scambia e si condivide senza mai esaurirsi, senza mai spegnersi. alimentato dalla reciprocità. Se questa non c’è, il sentimento di uno va verso l’altro e cade a terra, si disperde, lasciando un costante senso di vuoto che, se si persevera, diventa sempre più grande perchè dall’altra parte non arriva nulla a riempirci. Tutto dipende da cosa scegliamo per noi, ovviamente, c’è anche chi si fa andare bene tutto questo, definendo amore il sentimento che lui prova, a prescindere da quello che prova l’altro e accettando il fatto di non essere ricambiato. Ma allora che scambio c”è? Nessuno, c’è il se stesso di prima a confronto col se stesso di ora, non c’è un andare verso l’esterno, non c’è un “dare” visto che non c’è nessuno a ricevere per poi ridare, c’è più un guardarsi allo specchio faccia a faccia con il proprio sentimento che non ha corrispondenza. Questo NON E’ amore (vero), e per me è sbagliato convincersi che lo sia, e convincersi di amare chi non risponde. L’amore (vero) non è abitudine, non è solo andare d’accordo, stare bene, ridere sempre, essere simili così non si hanno casini o essere sempre sereni. L’amore (vero) è molto molto più di questo.
(succublog splinder: 02/05/2011)