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Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su La luna più grande

La luna più grande

Ieri mi hanno detto che pare che in questi giorni la luna sia più vicina alla terra, quindi dovremmo vederla più grande ad occhio nudo. Ora, a me questo fa pensare ad una frase di Shakespeare, da Othello:

“E’ colpa di un’aberrazione della luna. Si avvicina troppo alla terra e rende gli uomini pazzi”

aaah ecco. Questo spiega tutto! Perchè in effetti c’è una follia dilagante che preoccupa parecchio.
D’accordo, sto scherzando. Però dai, si sa che la luna influisce su di noi e molti fenomeni terrestri, dalla marea, ai raccolti, fino alla nascita dei bambini. Perchè allora i lupi ululano alla luna piena? Un motivo c’è, gli animali (la natura tutta) non fanno niente per caso o tanto per passare il tempo. Quindi perchè no? potrebbe essere benissimo che abbia conseguenze su umore e stati d’animo umani. E questo spiegherebbe tante cose che stanno accadendo ultimamente e che sembrano inspiegabilmente diffuse. Magari Shakespeare, che ha  sempre visto molto lontano, non ha sbagliato neanche in questo caso.

eccolo:

Domani occhi puntati al cielo: a distanza di 18 anni torna la super Luna piena

 
ultimo aggiornamento: 18 marzo, ore 16:16
(Adnkronos/Ign) – Sabato sera il nostro satellite apparirà più grande per via del fenomeno astronomico conosciuto come ‘perigeo lunare‘: si posizionerà a 356.577 chilometri dalla Terra, nel punto più vicino. Gli effetti, il pediatra: “Attesi i ‘figli della luce’: 5.000 bebè in 2 giorni”

(succublog splinder: 19/03/2011)
Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Il nucleare

Il nucleare

un argomento che riguarda tutti, perchè, come sta capitando adesso, mette a rischio l’intero pianeta. Eppure non so cosa dire che non mi sembri banale o non mi suoni “moralista”  o perbenista.
Per quanto sia certa che un popolo come i Giapponesi, così avanzati soprattutto in tecnologia, lavoratori instancabili, ideatori dei migliori edifici antisismici in grado di reggere anche a scosse catastrofiche come quest’ultima accaduta, sapessero bene cosa e come fare installando centrali nucleari in quella che è una delle zone più sismiche della terra, attrezzandosi quindi dei migliori metodi di sicurezza, sono ugualmente molto preoccupata. In nome della scienza pare si faccia qualsiasi cosa. E rispetto alla scienza, pare che la vita, umana o animale, non abbia il benchè minimo valore. Si fanno esperimenti, si bombarda e si scompone l’atomo, si “creano in laboratorio” nuovi virus per trovarne l’antidoto, si utilizzano energie terrestri che non dovrebbero essere sperimentate, data l’alta percentuale di rischio che comporta sperimentarle. E nel frattempo, se pure muoiono centinaia, migliaia di persone, che fa? Sono comparse di un film, quelle di sottofondo che vengono uccise senza nemmeno essere inquadrate, senza avere un nome, nè niente, perchè l’occho e l’attenzione è tutta rivolta solo ai protagonista principale. Gli altri migliaia chi sono, in fondo? Non ha importanza. Siamo nel “futuro”, è “naturale” utilizzare l’energia nucleare, perchè “”si deve andare e guardare avanti””. Sì, ma continuando di questo passo, quanto avanti potremo ancora guardare? L’umanità dovrebbe difendersi dalla natura, teoricamente, dalla sua forza, dalle intemperie e dai movimenti; dovremmo adattarci a lei, e non pretendere che lei si adatti a noi, perchè prima o poi ce la farà scontare. Ma questo chi comanda lo sa, sa bene quali sono le conseguenze, lo ha preventivato. Quindi chi ci andrà di mezzo siamo noi, quelli che vivono affidandosi a loro, e che soccombono ai casini che loro combinano – magari dopo aver trovato per sé tutte le precauzioni possibili -, che prendono quello che viene detto e fatto passivamente, come “corso naturale della vita”, noi, le comparse che stanno sullo sfondo.
Ora, la mia domanda del caso è la seguente:
perchè dobbiamo accettare tutto questo?

Vorrei mettere un post a titolo informativo che tratti di terremoti, di fossa del Giappone e anche di uranio e fissione
nucleare, ma vorrei farlo in modo che sia comprensibile a tutti, me compresa.

(succublog splinder: 16/03/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Non è facile

Non è facile

crescere i figli. Non lo è mai, ma oggi ancora meno. Perchè, per quanti casi possano esserci di giovani teste calde o genitori inadempienti, è altrettanto vero che il mondo va veramente storto. Tutto è permesso ma non tutto dovrebbe essere lecito, e invece pare che lo sia. Non c’è senso delle cose, nè una misura. Gli eccessi andrebbero anche bene se fossero eccessi in bene, ma qui si esagera in male, in ogni campo. Quindi, un genitore può sforzarsi quanto vuole a trasmettere in casa ai propri figli dei valori di vita (in cui lui crede) da seguire, può fare di tutto per dar loro una educazione di comportamento “civile” per vivere al meglio la loro esistenza all’esterno, ma a che serve, quando poi fuori di casa trovano quello che si vede in giro? Hai voglia a dire  al bambino “non essere egoista” quando fuori è pieno di egoisti; hai voglia ad insegnargli a non mentire quando poi fuori tutti mentono. Quanto meno, il bambino non ci capisce niente. E se, poverino, prova a dire ” ma la mamma mi ha detto che…” come minimo lo prendono in giro come mammone. Per forza di cose e per reazione, arriverà a considerare “relativi” , perchè soggettivi, gli insegnamenti dei genitori, sviluppando in certi casi un cinismo spaventoso (e purtroppo molto diffuso specialmente nei giovani). No, decisamente non è facile. D’accordo che non ci sono regole costituite, nè regole di comportamento, sono la prima a pensarlo. Ma dire al proprio figlio di essere se stesso senza paure, vivere al meglio la sua vita valorizzandosi sempre ma sempre nel rispetto degli altri, aiutando e non intralciando il vicino di banco, perchè il bene che fai arricchisce mentre il male ti consuma, insegnandogli che può fare tutto ma senza mai mettersi sopra a nessuno perchè nessuno è più importante di lui ma nemmeno lui di loro, non può essere un male. Fino a che però lui esce di casa e verifica che questi insegnamenti non si ritrovano al di fuori della vita familiare. Nota che tutto l’incoraggiamento trasmessogli dai genitori viene regolarmente distrutto tra scuola e amicizie e vita quotidiana. E allora inizia a dubitare dei valori che gli sono stati impartiti dai suoi. Quindi come si fa? Non si può nemmeno proteggerli a vita, per quanto dispiacere provino i genitori nel vedere la delusione sul suo volto (se non peggio). Lasciarlo libero di fare le sue esperienze sviluppando il proprio carattere così com’è e reagendo alla vita in base a questo, sempre restando pronti a prenderlo nel momento in cui dovesse cadere? Sì, può andare. Ma non è facile per niente.

(succublog splinder: 11/03/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su 8 marzo 2011

8 marzo 2011

Festa della donna

nonchè  Carnevale.
Come per S. Valentino è un po’ assurdo festeggiare l’amore una volta l’anno, lo stesso vale per la donna. Tanto più che questa “festa” coincide con un episodio tutt’altro che allegro. Non ho mai amato festeggiarlo, andare in giro questo determinato giorno solo donne a fare casino. Però c’è chi lo fa. E allora auguri a tutte le donne.

IL CARNEVALE
Come per ogni festività, mi piace documentarmi e postare. Tradizionalmente parlando, il Carnevale ha origini antichissime, e in merito lascio la parola a Wikipedia:

Benché facente parte della tradizione cristiana, i caratteri della celebrazione carnevalesca hanno origini in festività ben più antiche, come ad esempio le dionisiache greche (le antesterie) o i saturnali romani, che erano espressione del bisogno di un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo ed anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento, seppur per lo più simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito […]

Nel mondo antico anche le feste in onore della dea egizia Iside comportavano la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle “Metamorfosi” (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. Durante le antesterie passava il carro di colui doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale […]

Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell’Eterno Ritorno: “Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell’anno e nell’attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia”. Più oltre Eliade afferma che “allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte (il caos primordiale è riattualizzato) e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi”. Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il “bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia”
Eliade sottolinea pure che “la restaurazione del caos primordiale, in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate” e che “sul livello cosmologico l’orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l’orgia corrisponde al Grande Tempo, all'”istante eterno”, alla non – durata. La presenza dell’orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo, tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l’abolizione della Creazione.

Caspita! “bisogno profondo di rigenerarsi” Molto di più che una semplice mascherata tanto per divertirsi. Vedi le tradizioni e quanto è importante conoscerle! Ecco un caso in cui bisognerebbe attenersi a queste e seguirle nel loro significato di origine. In effetti a me questa festa non dispiace sotto alcuni punti di vista, quello che non ho mai sopportato sono le stupidate e gli scherzi goliardici (e spesso molto pesanti) dei numerosi deficienti che si scatenano in occasioni simili. Mascherarsi invece può essere purificatore, è vero, per far uscire una parte di sé che non viene fuori in altri momenti e che può farlo oggi, esprimendosi al massimo per “ristabilire l’ordine costituito e rigenerarsi”. Visto da questa ottica, il Carnevale diventa decisamente interessante.

(succublog splinder: 08/03/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Di nuovo sui sogni

Di nuovo sui sogni

Non si sa niente sui sogni nè forse si saprà mai niente con certezza, la mente umana è estremamente complessa. Però guardando il film “Inception”, che è tutto incentrato sui sogni e il mondo dei sogni (tra realtà e sogno), ho pensato una cosa – io e le mie idee. E se, quando sognamo, raggiungiamo le menti di altri? Faccio un esempio. Capita spesso di sognare luoghi che non abbiamo mai visto, volti che non riconosciamo nè conosciamo minimamente, e che magari nel sogno ci sembrano invece molto familiari.  Se così è, come fanno a stare là? Come facciamo a vedere qualcosa che non abbiamo mai visto? Ciò che non si conosce non si può nemmeno immaginare. D’accordo, potrebbe essere che queste cose che ci sembra di non aver mai visto in realtà non sono altro che frutto di quanto la nostra mente accumula nella veglia inconsapevolmente (senza quindi lasciarne un ricordo), e che nel sonno, in cui appunto non ha freni, rielabora e rimette fuori a modo suo. Potrebbe anche essere questo. Ma se invece è altro? Non può essere piuttosto che in quel momento siamo entrati nella mente di un altro che, come noi, sta dormendo e sognando e che non conosciamo affatto? D’altra parte, nel sonno, la mente non ha limiti nè vincoli, nè distrazioni, è letteralmente a briglia sciolta, non ha freni e va velocissima senza trovare ostacoli, se non da parte della realtà esterna (tipo, una finestra che sbatte ci sveglia). A maggior ragione, potrebbe essere benissimo che, liberata, riesca a raggiungere altre menti addormentate e sognanti penetrando nel loro sogno, e vedendo luoghi e volti che loro conoscono, ma che per lei sono sconosciuti. Sì, potrebbe essere un’ipotesi azzardatissima, ma anche no. Allora i sogni che precorrono i tempi, quelli che prevedono il futuro? La mente in quei casi corre più veloce della luce (e del tempo). O ancora i sogni telepatici,  che mettono in contatto due persone. 
Se penso a tutto questo, non mi sembra un’ipotesi poi tanto azzardata, al contrario, mi sembra sempre di più una buona eventualità.

mi è venuto un dubbio: sognamo o sogniamo? Scrivendo il post, d’istinto m’è uscito sognamo. Da “sognare”. Però a rilettura mi faceva strano. E infatti oggi, scrivendo altrove, me l’ha dato come errore di ortografia. Si scrive “accompagniamo”, “bagniamo”, “sogniamo”, con la i. Però mi suonano strani pure questi. Che poi “sognate” è senza i. E perchè? Boh. Vabè che la lingua italiana (scritta) si sta perdendo, figuriamoci per le eccezioni.

(succublog splinder: 05/03/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Polemiche e non – Facebook

Polemiche e non – Facebook

E gli attacchi diretti non si possono fare perchè, non sia mai, rischi di beccarti pure una denuncia. E le battute no perchè hanno un tono polemico e c’è sempre quella persona che con sarcasmo lo sottolinea (e questo non è fare polemica?). Vabè, io sul mio blog dico quello che mi pare.
Premesso che Facebook non è un problema in sé, ma per il fatto che dà accesso a tutti, anche agli idioti e stupidi, e che girano cose diseducative, irrispettose, volgari e spesso schockanti, per non dire, senza esagerare, pericolose, visto anche l’alto flusso di minorenni, tredicenni e anche meno. Premesso che praticamente è un blog gigantesco che però non gestisci tu, utente, ma loro, gli omini di Facebook, il grande occhio, perchè sanno e controllano tutto, e gestiscono i movimenti tuoi, miei e di tutti. Queste sono cose che, OVVIAMENTE, chi si iscrive su Facebook sa benissimo, vero? Mi auguro che nessuno si illuda di essere al sicuro con la propria privacy, e che tutti siano al corrente che ogni cosa che scrivono là e risà e si risà, quindi che venga fatto con totale consapevolezza e responsabilità. Preciso che di gente responsabile e in gamba ce n’è, ma come c’è questa, ce n’è, putroppo, altrettanta totalmente stupida e deleteria (come fuori da Internet). Di conseguenza, gli omini di Facebook dovrebbero tutelare il “loro” bloggone da questi esseri pericolosi e spesso disgustosi. E che possono farlo è assodato e lo dimostra questo particolare: io là ci vado per cavoleggiare, letteralmente, con i giochini (che poi si sono ridotti a uno solo; li trovo noiosi e sempre uguali) e cavolatine allegate. Ebbene, gli omini di fb, vedendomi fare sempre la solita cosa, ad un certo punto, dopo un po’, mi bloccano questa applicazione “dicendomi” che devo dedicarmi anche ad altre attività facebookiane (e meno male che siamo liberi! Sì! come no! Sono liberi gli idioti di fare le loro idiozie. Tanto fanno audience ) . Allora dico, se questi hanno il tempo di controllare me, che non faccio praticamente un tubo (non di male agli altri, almeno…), vuoi che non abbiano modo di stoppare link o pagine vergognose come quelle che vengono spudoratamente messe a danno e denigrazione persino di persone defunte (e in malo modo)? Ci vuole tanto per loro a dire a sta gente “andate a fare le vostre schifezze altrove, non qui”, visto che è uno spazio web enorme che loro, a quanto pare, gestiscono e controllano scrupolosamente, persona per persona? Non ci crede nessuno che non possano farlo. Eppure non lo fanno.  E questo è gravissimo.

(succublog splinder: 01/03/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Come si può

Come si può

umiliare e mortificare qualcuno senza nessuno scrupolo? Già quando avviene tra adulti può essere qualcosa che segna, a volte in modo indelebile, figuriamoci se si fa con bambini e adolescenti. Mi riferisco alla scuola. In passato c’era una severità in certi casi spaventosa, oggi si passa di tutto e di più. L’eccessiva severità non è sostenibile nè accettabile, ma il lassismo è deleterio a pari merito. Un bambino a cui non vengono corretti gli evidenti errori di ortografia non imparerà mai, peggio ancora se vengono segnati  in rosso e poi gli si mette “bravissimo”. Crescerà con l’abitudine di farli e l’idea che se li fa, non c’è niente di male. Invece sì.,  E’ un danno alla sua istruzione. Così come, d’altra parte, umiliarlo e mortificarlo davanti a tutti, penalizzarlo senza cercare di capire, di suscitare il suo interesse e incoraggiarlo è un danno gravissimo alla sua “educazione”. Di sicuro la severità  (quando è equilibrata, ovviamente) non è deleteria per un bambino quanto lo è l’umiliazione e la mortificazione, alle quali potrebbe reagire malissimo nel corso del tempo covando rancori incancellabili, che spesso sono alla base di gesti estremi e violenti. Negli ultimi anni la scuola è scivolata sempre di più in questi errori, con atteggiamenti di permissivismo o anche di tendenza a sostenere solo gli alunni migliori, lasciando allo sbando i più indisciplinati – da cui generazioni di gente ineducata e menefreghista – E a peggiorare ulteriormente le cose, anche a livello di istruzione, sta dimostrando lacune gigantesche. Ma “istruzione” ed “educazione” non dovrebbero andare di pari passo? Siamo in una società di disadattati, la delinquenza cresce, gente (giovane) che svalvola fino ad arrivare a gesti estremi, la violenza che sembra diventare “normale” . Come mai non ci si chiede il motivo? Mortificare un alunno, paragonarlo in negativo ai più bravi e volenterosi – altro errore grave, come lo è da parte dei genitori che, esaltando uno dei figli, mettono in competizione  i fratelli tra di loro magari allontanandoli, quando questi dovrebbero essere sempre solidali e vicini – senza mai gratificarlo, senza seguirlo e almeno tentare di salvarlo dalla catastrofe, può farne un disadattato, che si sente un fallito, un fuori posto nella società, esattamente come non correggere gli errori di ortografia di un bambino fa di lui un semi-analfabeta. L’istruzione nella società è sacra, quanto la legge e la medicina. Sono questi tre i pilastri che la sostengono, e se questi fanno acqua, la società affonda. La vittoria della legge non è che “chi sbaglia paga”, ma dovrebbe essere che “chi sbaglia capisca di aver sbagliato”; la vittoria della medicina non è quella di “assegnare più analisi possibili per fare tutto il possibile per salvare la vita” , ma  dovrebbe essere quella di “salvare la vita”; la vittoria dell’istruzione non è di “portare avanti i più bravi”, ma dovrebbe essere di “portare avanti tutti, e soprattutto preoccuparsi che  quelli con più difficoltà arrivino insieme ai più bravi”.  La società è fatta da individui, e  ogni individuo va tutelato, incoraggiato, valorizzato in sè, e non denigrato nè mortificato. Altrimenti non si deve andare tanto lontano per cercare le cause dell’ignoranza (mentale soprattutto) e dei disagi  sempre più frequenti, nè ci si deve lamentare se in giro c’è sempre più insoddisfazione e delinquenza, sempre più psicolabili e disadattati, con conseguente aumento di reazioni drastiche e violente.

(succublog splinder: 26/02/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Ricordi

Ricordi

Non posso né voglio vivere di ricordi, no. Ma ci sono cose che non posso né voglio dimenticare.
Brutti o belli che siano, ci sono, fondamentali, sempre. Quelli peggiori non so come, riesco ad accantonarli, e comunque con il passare del tempo, riaffiora sempre meno la sensazione legata a quei momenti. Mentre per quelli belli no, al contrario, in qualche modo tempo la ravviva. Ad esempio, ricordo i periodi trascorsi in montagna, e sento viva la sensazione di pace che provavo allora, tanto da ricordare chiaramente la luce dei pomeriggi di sole, il fruscio degli alberoni fuori dalla casa, addirittura il suono delle voci, che, non so perchè, sembravano non avere eco, nè acustica, ovattate, come se avessi le orecchie tappate. I profumi, di aria pulita, dei camini la sera, delle grigliate.
Oppure casa di mia nonna, dove ho vissuto i primi 3 anni, altro luogo a cui sono legatissima. Anche in questo ricordo tutti i sensi sono totalmente attivi: la luce che penetrava dalle serrande la mattina,  il profumo del caffellatte, persino il silenzio, in cui risuonava il ticchettìo del mini-pendolo  nel soggiorno. E il sole accecante della sala, che scaldava come mai il sole mi abbia scaldato in vita mia. Tutto perfetto, e non perchè “idealizzato” dal ricordo. Era perfetto e basta. E quanto amo ricordarlo.

(succublog splinder: 24/02/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Lamentarsi

Lamentarsi

senza fare niente per cambiare le cose è una inutile perdita di tempo.
Lamentarsi di quello che si vive ogni giorno, delle persone che hai intorno, se ricevi aiuto o meno, delle situazioni in cui ti trovi. Eppure molti lo fanno. Ci sta la necessità di sfogarsi, ma se si è scontenti e non si fa niente per cambiare le cose – o almeno tentare di cambiarle – a cosa serve? C’è da presumere che chi si lamenta, spesso e volentieri, in fondo è contento di ciò che ha, e ha ciò che vuole, anche se se ne lamenta, e il lamentarsi fa semplicemente parte del suo carattere. Però a questo punto ancora di meno me la spiego.  Pare che la gente faccia di tutto per sentirsi infelice. Niente sembra mai andare come dovrebbe, o come vorrebbe, quello che vive in prima persona e quello che vede vivere in giro. Una tranquilla stabilità diventa monotonia ed insoddisfazione, se non costrizione e sacrifici chissà di quale entità e chissà da chi imposti. Basterebbe realizzare che se siamo a quel punto è perché noi abbiamo voluto esserci, nessuno ci ha costretti né spinti a farlo (spesso questa è usata come scusa per lamentarsi ulteriormente), e che in fondo abbiamo ciò che fa per noi, per cui non ci sono motivi reali per lamentarci. E se al contrario si pensa che ci siano, basterebbe pensare che una via di uscita c’è sempre, e che si può sempre tentare di cambiare le cose e adattarcele addosso per viverle al meglio, questo ovviamente senza danneggiare niente e nessuno altrimenti poi si dovranno fare i conti con la coscienza, che non potremo ignorare. Anche chi decide pre-valutando chi o ciò che ha intorno, quello che pensano o vogliono gli altri, le conseguenze che può infliggere la sua decisione, anche questo tipo di persona sceglie ed è libera di scegliere: la scelta la compie nel momento stesso in cui pensa a tutto il resto, e da cui caratterialmente non riesce a prescindere. perché se lo facesse si sentirebbe egoista. E’ sempre lei a scegliere, nessun altro la costringe né la trascina.
Se si potesse tornare indietro, attraverso percorsi mentali all’inverso, fino al momento esatto dell’inizio delle varie situazioni che viviamo, scopriremmo che all’origine di queste ci siamo noi, e la nostra scelta. La consapevolezza di questo non può che farci felici, sapere che siamo stati noi gli artefici anche dei nostri errori, che abbiamo avuto la libertà di decidere ed eventualmente sbagliare e abbiamo avuto e abbiamo ancora  modo ed opportunità di rimediare, di prefissarci una meta e di dirigerci verso quella, o anche no, vivere semplicemente minuto per minuto. E’ vero che la vita mette alla prova, spesso dura prova, questo è innegabile, e alle volte tragico, purtroppo. Ma “come” vogliamo affrontarla sta a noi e soltanto a noi. Se pensassimo questo, invece di girarci e rigirarci nel pessimismo e nell’insoddisfazione nata dal pensiero di tutto quello che “avrebbe potuto” essere e non è stato, o la smettessimo di incolpare terzi per le situazioni di vita in cui siamo, se lasciassimo perdere i  vari “se avessi fatto, se non avessi fatto” o peggio “se non mi fossi fatto influenzare dagli altri” che non sta nè in cielo nè in terra, scopriremmo che non abbiamo motivi per essere insoddisfatti, e che comunque non è mai troppo tardi per cambiare direzione.

Che l’uomo sia “artefice del proprio destino” non lo penso del tutto. La vita decide, con i suoi eventi  e avvenimenti che ci mette davanti. Ma che poi stia esclusivamente a noi decidere come affrontarli, è una verità oggettiva.

(succublog splinder: 23/02/2011)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Non riesco a dormire. Che fare.

Non riesco a dormire. Che fare.

contare le pecoreserve a poco.
Per me dormire è sempre stato un optional, una perdita di tempo, ma periodicamente ho fasi di sonno acuto, probabilmente accumulato e che quindi devo smaltire. Ho letto cosa fare e cosa non fare per prendere sonno facilmente. Tra le cose da NON fare, c’è fare sport, telefonare al proprio ragazzo, perchè in caso di eventuale discussione, la notte la passi in bianco, o chattare al computer, in quanto la stessa luce del computer inibisce il sonno, addirittura c’era scritto che il computer andrebbe spento un paio d’ore prima di mettersi al letto.
Tra le cose da fare, ci sono i classici rimedi tipo bere latte caldo o camomilla, vedere un film,  fare grossi e profondi respiri, e anche leggere al letto, o in casi estremi, fare due passi per casa. Ma non si dice niente sul contare le pecore. Con me non funziona, perderei il conto, sarebbe una distrazione più che un rilassamento. E devo ancora incontrare chi si sia addormentato in questo modo.

(succublog splinder: 21/02/2011)

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