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Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Fidarsi è bene (punto)

Fidarsi è bene (punto)

per me finisce qui. Il “non fidarsi è meglio” lo cancello. Anzi, lo sostituisco con “fidarsi è bello”. Sì sì, lo so che questo non va sempre bene, l’ho visto. Ma ho visto anche che nonostante l’abbia visto, continuo a vivere le cose così, mi fa stare bene. Se non fosse così, non potrei stringere rapporti con nessuno. Perchè vivo di “perchè”, vivo di domande, mi piace conoscere tutto ciò che mi trovo davanti, e mi piace conoscere chi attira la mia attenzione per un motivo o un altro. Quale modo migliore per conoscere qualcuno di quello di fare domande? Perchè lui solo sa com’è, e lui solo può dirlo. Se non mi fidassi, che domanderei a fare? Non gli credo, non crederei alle sue risposte.  Quindi parto sempre dal “fidarsi è bene”, vado sempre incontro con fiducia a chi mi va a genio e mi incuriosisce,  e fiduciosa inizio a fare domande. Se la fiducia è sempre più forte, credo a tutto ciò che dice, ed è talmente bello quando questo succede che il mio entusiasmo cresce a dismisura (faccio sempre più domande, su sempre più cose ). Se al contrario vedo sempre di più in questa persona qualcosa che non mi dà fiducia, prendo le distanze. Perchè ciò che istintivamente mi guida (-fare domande per conoscere-) non ha più motivo di esistere.
 (…ma che è? )

(succublog splinder, 2/10/2010)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su 22

22

e buongiorno a tutti 



 m’è venuta in mente un’idea pazza. Di postare la storia di ogni regione d’Italia, con frasi dialettali e tradizionali comprese. Interessante da fare. Prima che si sfasci tutto, qua. 

e partirò dal tacco 

(succublog splinder, 30/9/2010)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Esattamente!

Esattamente!

è proprio così. E non so come fare a farlo capire. Che poi se intervieni per qualcun altro, non ti riguarda direttamente quindi vuoi fare solo casino, se intervieni per spiegare te stesso, sei invadente e vuoi fare solo casino. Ma alloraaaaa! Non combatto “tanto per”, contro  tutto e tutti. Ce l’ho con “chi non vuole la pace”, anche se sta zitto e, di conseguenza, sembra che la vuole.  In realtà pensa solo a se stesso, e non c’è guerra peggiore di questa. Ce l’ho con l’indifferenza di certi contro altri, e con quella che sembra mancanza di volontà, o forse incapacità, di capire che siamo tutti collegati, quello che fai tu ricade su di me e viceversa. Ce l’ho con chi dice “a me non capita mai”, o “la mia parte l’ho fatta”, o non dice niente e non si capisce mai da che parte sta. Ogni volta che vedo queste cose (molto spesso, purtroppo), non riesco a stare zitta. Ma il fatto che parlo (e strepito anche) e mi ci agito sopra mi fa passare per guerrafondaia che vuole solo fare e soprattutto creare casini. NO! Vorrei che non ci fossero più i casini, vorrei far notare l’indifferenza di alcuni verso altri, vorrei far capire che non c’è motivo nè bisogno di farsi guerra gli uni con gli altri, perché siamo tutti nella stessa condizione. Appunto, mi sento una pacifista in guerra contro chi non vuole la pace.

(splinder succublog, 29/9/2010)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Dentro di noi

Dentro di noi



“Una sera un anziano Cherokee raccontò al suo nipote della battaglia
che avviene dentro le persone.
Gli disse: “Figlio mio, la battaglia è tra due lupi che vivono dentro
di noi.
Uno è infelicità, paura, preoccupazione, invidia, dispiacere,
autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità.
L’altro è felicità, gioia, amore, speranza, serenità, gentilezza,
generosità, verità, compassione”.
Il piccolo ci pensò su per un minuto e poi chiese: “Quale lupo vince?”.
L’anziano Cherokee rispose semplicemente: “Quello a cui dai da mangiare”

(splinder succublog, 29/9/2010)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Curiosità canaglia

Curiosità canaglia

il detto “chi disprezza compra”. Ma che vuol dire?  Mi rispondono che si intende quando si dice che una cosa non piace, ma in realtà piace. Appunto! Che senso ha dire “non mi piace” se invece piace? E dillo, nooo?! Perchè personalmente non comprerò MAI quello che disprezzo. Se una cosa non mi piace non mi piace, e non mi piacerà mai. Ma se mi piace lo dico, se poi non la posso avere, pace, che devo fare, ma non mi fa certo stare meglio dire che “non mi piace” quando è il contrario esatto. Che significa dire che non piace quando è il contrario?
Che poi l’ho vissuto su di me. Persone che si professavano contrarie a qualcosa e che poi hanno confessato di volere proprio quella. Ma ditelo, no?!
Possibile che alcune persone dicono il contrario di quello che pensano? Ne ho conosciute diverse che dicevano il contrario di quello che avevano dentro.
Mmmmmmmmma perchèèèèèè? 

(del 27/9/2010)

 

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su della serie: Interviste mai viste

della serie: Interviste mai viste

(del 25/9/2010)

“Buongiorno. Visto che ha finito di pranzare posso farLe una domanda?”

09041423

“dica”

“Lei cosa ne pensa della vivisezione?”

09041424

“e che è?”

“Non sa niente dei provvedimenti legislativi presi per aiutare la ricerca scientifica e i suoi ritrovati, medici e cosmetici, attraverso l’eventuale ricorso alla sperimentazione sugli animali, ora anche randagi? Lei che è una randagia mancata, che ci dice?”

HPIM0568

“Boh. Io so solo di essere qui come te, di volerci restare quanto più a lungo possibile, come te, nel miglior modo possibile, come te, mangiando, correndo, vivendo, facendo queste cose qui, insomma.
Per il resto…
ma qual era la domanda?”

“Sulla vivisezione e la sperimentazione sugli animali. Le sembra giusto?”

HPIM0567“giusto? io so solo di essere qui come te e di volerci restare quanto più a lungo possibile  come te e nel miglior modo possibile, come te,  mangiando, correndo, vivendo, queste cose qui, insomma.

Chiedete a lui, forse lui lo sa.”

“Lui chi? Questo tizio qui?”

mio

“Salve. …Qual era la domanda?”

Dic 27, 2011 - Senza categoria    1 Comment

E come si fa a capire?

un estratto da un articolo sulla direttiva europea relativa alla sperimentazione anche sui randagi.

ANIMALI

Vivisezione, direttiva Ue
“Sì ai randagi come cavie”

Il provvedimento approvato ieri prevede che cani e gatti “vaganti” possano essere usati per la sperimentazione se non è possibile raggiungere altrimenti lo “scopo della procedura” di ricerca. Protestano gli animalisti, 40 eurodeputati abbandonano l’aula

Senza tener conto delle ricerche condotte per lanciare nuovi cosmetici e delle cavie non censite (i non vertebrati), nell’Unione europea vengono utilizzati per le sperimentazioni 12 milioni di animali l’anno. Con la nuova direttiva si andrà verso un aumento o una diminuzione? Per il presidente di Farmindustria Sergio Dompè si andrà verso una riduzione perché il testo spinge in direzione dell’uso di sistemi alternativi. Per la deputata Pdl Gabriella Giammanco, invece, “la direttiva va a favore degli interessi delle industrie farmaceutiche e amplia la soglia di dolore per gli animali, in particolare cani, gatti e primati. Mi auguro che il nostro Paese recepisca in modo restrittivo quest’assurda direttiva”.

sono due cose opposte. Quale sarebbe l’interpretazione corretta della direttiva? Quella del presidente della Farmindustria, o quella della deputata?
Ma possibile che le leggi debbano sempre essere interpretabili a “seconda di come fa comodo” a chi parla? “Se non possono fare altrimenti usano i randagi”, ciò significa che se iniziano a sparire i randagi loro hanno la “scusa” pronta “prevista” dalla direttiva che “non hanno trovato alternative? Bella presa per i fondelli. Non sarebbe più semplice scrivere “useremo i randagi” PUNTO. Oppure, “non useremo i randagi” PUNTO. Così invece sono legalmente autorizzati a prendere i randagi con la coscienza tranquilla perchè lo fanno “nel caso in cui non trovano alternative”.
No io non ho parole. 

TROVATE UN’ALTERNATIVA ALLA SPERIMENTAZIONE SU ANIMALI INVECE DI PERDERE TEMPO A CREARE SIMILI ESPEDIENTI SOLO PER METTERE A TACERE TUTTI!

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Giochi di parole

Giochi di parole

Il tipo di comicità che amo di più è quella fatta di doppi sensi, di significati inespressi e di giochi di parole e con le parole. A me fa ridere parecchio, e mi ci diverto spesso ad inventarne, anche se non ai livelli di chi sa creare veri e propri capolavori. Questa l’ho ripescata da un post che ho messo un paio d’anni fa. E’ venuta fuori mentre scherzavo con un’amica su msn, in uno di quei momenti che, per quanto futili sembrino, sono tra i migliori che si trascorrono, perchè del tutto senza pensieri, senza oppressione, senza “serietà”, ma “demenzialmente” creativi (o creativamente demenziali). Una scemata, insomma. Ma sul momento mi sono davvero divertita, è questo il ricordo che ne ho.

Per dindi e rindina….

 

Dindi e Rindina erano due sorelle gemelle. Un giorno vagavano insieme per la foresta di Oibò….mentre vagavano bel belline, si imbatterono nel dio Perbacco, che, insieme alla compagna Accipicchia e al loro figlio Perbaccolino, le riempì di accidenti. Fuggendo a tutta birra da questo luogo impervio, giunsero a Vaffanzum (in lombardo noto come Vaccagher), un luogo pieeeeeeno pieno di gente in vacanza. Girando tra la folla, e non sapendo dove andare, le due sventurate chiesero informazioni a due giovani, che a quel paese c’erano stati mandati molto spesso: un genovese (Belin) e un milanese (Pirla), che, dissero, erano là a caccia di cacchi e corbezzoli. Da cosa nasce cosa, tra i 4 giovani qualcosa nacque: una bella serie di cavoli e mortacci. Dopo il lieto (??) evento, si trasferirono tutti a Morìammazzato, cittadina limitrofa di Vaffanzum, e di certo non meno popolata.

(del 24/9/2010)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su L’ultima uscita-dedicato a mio padre

L’ultima uscita-dedicato a mio padre

L’ultima volta hai chiesto di andare sul mare. Sotto un cielo nuvoloso,  sei rimasto là, seduto, a guardare il mare grigio, a lungo, senza dire niente. E’ al mare che hai affidato le tue ultime parole, è il mare che conosce i tuoi ultimi pensieri. E non c’è amico più fidato di lui.
Tutt’ora, ogni volta che attraverso quel posto, dove tu sei rimasto a lungo a parlare al mare, ti rivedo là. Dove so che hai lasciato le tue ultime parole. Dove so che hai lasciato una parte di te, custodita per sempre dal mare.
Sì che ci credo negli angeli.

(del 23/9/2010)

Dic 27, 2011 - Senza categoria    Commenti disabilitati su Ecco, questo in effetti mi fa un po’ paura

Ecco, questo in effetti mi fa un po’ paura

(del 23/9/2010)

Ho notato che quando si scrive a sfogo, o ci si lamenta di qualcosa o qualcuno, comunque in negativo, si passa diciamo inosservati, come se fosse una cosa naturale. Quando invece si tirano fuori argomenti che parlano di soprannaturale, o di amore, allora ti trovano da ridire. Scusate, ma crescere significa “non credere più a niente?” Ma insomma! Per me è già stato un trauma scoprire che Babbo Natale non esiste! Si cresce. Ovvio che si cresce, ma crescere mica significa “diventare cinici”. Caspita, quelle sono tutte cose positive, credere in qualcosa è positivo, e idee e ideali non nuocciono mai a nessuno. E che cacchio! Questa è disillusione, non crescere, e la disillusione è molto negativa. Come si può non credere più a niente? La realtà in faccia sì, ma non per questo bisogna smettere di credere a quello in cui si crede. Crescere significa una sola cosa: prendersi responsabilità delle proprie scelte.  Ma si può continuare a credere a tutto, Babbo Natale compreso, volendo.
Ognuno la pensa come vuole. Ma questo cinismo mi fa un po’ paura. 

OCCHI

Occhi di bambino,
splendenti di sogni non ancora sognati,
che sorridono fiduciosi
al futuro lontano.
Occhi di bambino,
senza veli nè illusioni,
che guardano in su – verso di te –
come domani guarderanno il cielo
Occhi di bambino,
profondi e grandi,
che raccolgono amore da chi li ama
per donarne presto a chi ameranno.
Occhi di bambino,
bellissimi e puri,
che si aprono al mattino
come l’alba di un giorno senza fine
sulle vaste distese di un mondo da scoprire,
dove corrono leggeri e ridono felici
con la tenera speranza degli occhi di un bambino.